Il pipistrello: negli ultimi anni l’abbiamo sentito nominare spesso come portatore del Coronavirus, ma prima della pandemia era legato soprattutto alla festa di Halloween.
Come dimenticare poi, il caro vecchio Batman e il suo “collega” Dracula? Fino a qui, nulla di strano, folklore e cultura cinematografica. È più difficile pensare che l’animale possa diventare parte integrante di un palazzo, giusto? Ma non per Torino e non per il quartiere di San Salvario. Qui c’è un edificio a pianta triangolare, in stile gotico, in cui Batman la fa da padrone.
Siamo tra via Madama Cristina 19 e via Silvio Pellico, proprio all’angolo. Sui balconi del palazzo costruito tra le due vie sono stati scolpiti due pipistrelli in pietra con le ali spiegate: uno su via Madama Cristina, l’altro che troneggia su via Silvio Pellico, al terzo e ultimo piano. Quello dell’ultimo piano, probabilmente in corrispondenza di una soffitta, scelta casuale? Forse no.
Se non fosse per la forma inequivocabile, data appunto dalle ali unite al corpicino di un topo, sarebbero più simili a camaleonti, dato che serve molta attenzione – e una buona vista – per notarli.
Si mimetizzano molto bene sotto i due balconi, essendo esattamente aderenti e dello stesso colore. Quando ci si accorge che c’è qualcosa di strano, si guarda con più attenzione. Allora, le orecchie, come si suol dire, “da pipistrello”, lo sguardo minaccioso e le fauci ben in vista poi non lasciano molti dubbi.
Ai due decori, pensati e realizzati nel 1876 durante l’ampliamento della casa, si deve il nome di Casa dei Pipistrelli. L’idea pare sia stata del proprietario dell’edificio, un certo Pasquale Zanzi. I motivi sono oscuri tanto quanto i soggetti: forse con il semplice intento di attrarre e impressionare i passanti, ma c’è anche chi pensa che avessero uno scopo apotropaico. Del resto, nell’arte, e più in generale nella nostra cultura, il pipistrello è da sempre legato alla notte, all’oscurità, alle forze del male. Non è un caso che, nell’arte gotica, figure negative come i demoni e il diavolo acquisiscano tratti tipici del pipistrello, come le ali o il muso.
La tradizione ha stabilito un collegamento tra le malattie di questi “topi volanti” e le epidemie e fin dalle origini. Ecco che, con un’immediatezza sconcertante, il Coronavirus è stato attribuito da tanti all’animale notturno per eccellenza.
Sia come sia, un merito positivo in questo caso c’è: ha donato un certo fascino a un piccolo pezzo di Torino, che altrimenti sarebbe rimasto anonimo. Ah, spezziamo una lancia a favore del nostro amico pipistrello: ricordiamoci che è un ottimo zampirone naturale!