Dalla scuola per l'infanzia (anche la privata Suor Nemesia Valle") alle medie per dire "no" alla violenza sulle donne. Un'onda di bambini, ragazzi e docenti, quasi un migliaio di persone, ieri mattina, 25 novembre, ha percorso le vie di Borgaro, intonando simbolicamente "Io canto" la canzone di Riccardo Cocciante, inno alla libertà del 1972, dedicandolo alle donne afghane cui è tolto perfino il diritto di far sentire la propria voce.
Un grande girotondo sulla piazza della Repubblica, proprio quella su cui si affaccia la scuola primaria Defassi, per ribadire i diritti al rispetto tra striscioni e slogan scritti dai ragazzi che hanno letto pensieri e riflessioni alla presenza oltre che della sempre vulcanica dirigente scolastica Lucrezia Russo, anche del comandate della stazione carabinieri di Caselle, Fabio Fornaiolo, della Polizia Locale, i Bersaglieri e gli Alpini, oltre che della presidente della Consulta per le donne borgaresi Cinzia Tortola. L'Amministrazione comunale, incredibilmente (ma neppure più così tanto) - se si fa eccessione per Elisa Cibrario Romanin, in questo caso nella triplice veste di docente, rappresentante della Consulta e consigliera comunale - non pervenuta. Ad eccezione di una brevissima comparsata del vicesindaco Fabrizio Chiancone.
L'intervento sicuramente più toccante ed emozionante è stata quello di Angela Vortici, 90 anni, una grande forza, arrivata in piazza con il suo deambulatore, per raccontare la storia di Letizia Teglia, sua figlia, scomparsa nel nulla nell'agosto di ormai 30 anni fa. Angela non solo non si è mai arresa nella ricerca della verità, ma attraverso l'associazione nazionale ed internazionale "Penelope" per le persone scomparse, ha anche aiutato le altre famiglie che hanno vissuto lo stesso dramma.