Vi ricordate le cartoline che si scrivevano a parenti ed amici in occasione delle festività o dai luoghi di vacanza con bellissimi paesaggi? Quei pezzi di cartoncino colorato con poche righe di saluto o auguri che si custodivano come preziosi ricordi? Le cartoline affastellate fra gli scaffali delle nostre camere o incastrate negli angoli di una specchiera erano un tempo il più bel libro di geografia che potessimo possedere. Un modo di viaggiare con la fantasia. Restando a casa.
Ecco, oggi per vedere le cartoline bisogna rivolgersi ai collezionisti che le custodiscono come preziosi pezzi della nostra storia personale e dell'Italia, perchè il nostro amore per borghi e città è nato proprio lì. Da queegli scorci. Da quei panorami che ci hanno fatto sognare e sperare di poterli, un giorno, vederli dal vivo.
Salvatore Nicoletta, 84 fra qualche giorno, egregiamente portati è uno di quei collezionisti che ha fatto della memoria e della raccolta di cartoline una passione senza fine. Nella sua casa di Borgaro dove vive da 44 anni con la moglie, lui originario di Messina, ha addirittura una stanza dedicata alle sue collezioni: 4.298 cartoline veri e propri pezzi unici e preziosi cimeli che raffigurano una Borgaro che ormai non esiste più dopo le grandi trasformazioni urbanistiche avvenute nei decenni. Una Borgaro entrata perfino nelle raccolte di altri appassionati come lui - 266 in tutta Italia - a favore del ricordo di un paese rurale divenuta negli anni città alle porte di Torino.
Una vera e propria passione che gli ha fatto raccogliere anche 54mila santini di santi, madonne, ricordi della prima comunione e della cresima di tanti bambini borgaresi diventati genitori e poi anche nonni. Un archivio di incommesurabile valore sfociato negli anni in oltre 30 esposizioni che non solo hanno raccontato la città, ma anche i mutamenti sociali. Per non parlare dei biglietti del tram di Torino, Firenze e Roma, veri e prori cimeli di un Italia in mutamento.
Ma com'è è nata questa passione? A raccontarcelo è proprio Salvatore che ieri, giovedì 25 luglio, ha ricevuto una targa a nome della città dalle mani del sindaco Claudio Gambino e dal consigliere Peppuccio Insalaco, come ringraziamento per essere stato custode della memoria di Borgaro.
«La passione è nata mentre ero un giovane militare di leva - racconta -. Mi recai a donare il sangue per i feriti e le suore mi donaro i primi santini. Di lì è partito tutto. Non ho mai smesso di cercarli, come pure le cartoline e i biglietti del tram. Mi piaceva raccogliere e catalogare tutto e poi sono iniziate le mostre e vedere lo stupore la meraviglia delle persone nell'ammirare luoghi così profondamente mutati. Ad aprile con la mostra dedicata alla Pasqua ho deciso che sarebbe stata l'ultima. Ho un'età e organizzare esposizioni è diventato faticoso».
E dire che se non fosse stato per Salvatore certi ricordi sarebbero irrimediabilmente caduti nell'oblio e questo il sindaco e Insalaco hanno voluto evidenziarlo con forza e determinazione e quella targa a nome di tutta la comunità altro non è che il riconoscimento di tanti anni spesi per la sua Borgaro.
E se negli anni è esistita una cartolina con i personaggi portabandiera del carnevale - il Cucumbrè e la Cucumbrera - proprio a lui si deve che la propose e fu stampata per molti anni.
A Salvatore, presente ieri in sala consiliare con la moglie e le tre nipoti non può che andare oltre il ringraziamento di tutta la comunità anche l'augurio di un meritato risposo e chi sa che non ci ripensi. Perchè come diceva Dante Alighieri, il Sommo Poeta «Non può comprendere la passione solo chi non l'ha provata» e diciamo noi, resistere alle passioni non è certo facile.