Sab, 16 Ago, 2025

Il misterioso “lockdown della legalità”: maggioranza colpita da virus selettivo… all’impegno civile. Alla consegna del riconoscimento a Mauro Esposito

Dev’essere stato un virus strano, rarissimo e forse ignoto anche all’OMS, quello che ha colpito sabato scorso la maggioranza che governa Caselle. Sintomi principali: assenza improvvisa, allergia al senso civico e incapacità di presenziare agli eventi pubblici. Il tutto innescato da un innocente riconoscimento a Mauro Esposito, testimone di giustizia e simbolo vivente dell’antimafia.

L'iniziativa, promossa da Endrio Milano (Progetto Caselle 2027), era stata approvata in Consiglio comunale. Ma al momento clou, sabato 14 giugno, la platea di rappresentanza istituzionale si è trasformata in un deserto imbarazzante. Sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza? Spariti. Assessore Paolo Marchetti? Presente, ma in versione “ghost”, relegato fuori dalla sala per il caldo e, soprattutto, silenzioso. A salvare la dignità istituzionale ci ha pensato l’opposizione, con Andrea Fontana (vicepresidente del Consiglio) e Roberto Turletto (Caselle Futura), unici a presidiare con Endrio Milano un evento che avrebbe meritato ben altro rispetto.

E dire che gli ospiti erano di quelli che si segnano col pennarello rosso sul calendario: Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso dalla mafia nel ’92; Piera Aiello e Matteo Tubertini, testimoni di giustizia; Marisa Garofalo, sorella di Lea; Matteo Catanese, capo scorta di Borsellino; Davide Mattiello, ex componente della Commissione antimafia; e Sergio Caglianese, presidente de La Tazzina della Legalità.

Una serata di legalità, memoria e impegno civile che, incredibilmente, ha visto l’Amministrazione scegliere il silenzio. Più che un’assenza, un'auto-censura. Più che una dimenticanza, una scelta. 

E non finisce qui. Il misterioso virus sembra avere avuto effetti anche sul Partito Democratico locale: nesuna traccia dei due consiglieri comunali,  nessuna traccia del circolo cittadino. Malattia improvvisa o... allergia alla presenza?

Milano, Fontana e Turletto non hanno preso la cosa con leggerezza. Hanno deciso di mettere nero su bianco, inoltrando una segnalazione al Prefetto, alla Procura della Repubblica, alla DIA di Torino, ai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco e persino alla Commissione Legalità del Consiglio Regionale. Il contenuto? Una lunga lista di “diversamente dal solito”, ovvero tutte le assenze di chi solitamente, almeno per dovere d’immagine, non manca a queste occasioni.

Una domanda sorge spontanea: che segnale lancia un’Amministrazione che decide di disertare un evento in cui si celebra il coraggio di chi ha sfidato la ‘ndrangheta? Forse sarebbe bastato anche solo un saluto, un applauso, una presenza simbolica. Ma anche quella è venuta meno.

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In attesa che venga isolato il ceppo virale “Assentismus Istituzionalis Casellensis”, i cittadini dovranno fare i conti con l’amara verità: la legalità, a Caselle, non è contagiosa per tutti. Evidentemente.

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