Mer, 1 Ott, 2025

A Venaria torna il caldo... politico dove le cooperative sono rosse, i poveri fingono e Marx diventa leghista per una notte

A Venaria torna il caldo... politico dove le cooperative sono rosse, i poveri fingono e Marx diventa leghista per una notte

Altro che afa estiva: a scaldare l’aria a Venaria ci ha pensato, dal 30 luglio, un commento su Facebook del capogruppo della Lega Edoardo Baffigo. Galeotto fu il post e chi lo scrisse, verrebbe da dire.

Tutto è iniziato con un caso scoppiato a Caluso, dove alcuni bambini rischiano di essere esclusi dalla mensa scolastica per il mancato pagamento delle rette. E se già la notizia aveva fatto discutere, il commento di Baffigo ha fatto saltare il banco: «Più che giusto, soprattutto perché chi non paga spesso finge uno stato di povertà ed è spesso straniero, aiutato dalle cooperative rosse».

Baffigo, insomma, ha rispolverato il classico combo: finti poveri + stranieri + cooperative = colpevoli. Una sintesi perfetta per riaccendere gli animi sotto l’ombrellone della politica locale.

La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere, con la risposta della consigliera del PD Rossana Schillaci con toni durissimi (ma forse troppo gentili per il contesto): «Chi amministra dovrebbe trovare soluzioni, non fare propaganda sulla pelle dei fragili. La politica non è un megafono per i pregiudizi. Quelle parole sono discriminatorie, gravi e indegne di un rappresentante istituzionale. Generalizzare, accusare le cooperative e gli stranieri di frodi inesistenti alimenta solo odio sociale».

Ma se pensate che il peggio fosse passato, vi sbagliate di grosso. L’ultima seduta del Consiglio comunale si è trasformata in una pièce teatrale degna di Samuel Beckett, con punte di surrealtà che rasentano il genio comico involontario.

La scena clou? La bocciatura della mozione – firmata Alleanza Verdi e Sinistra e appoggiata dalle minoranze – che proponeva di inserire nei bandi comunali una clausola per garantire un salario minimo di almeno 9 euro lordi all’ora nei contratti pubblici. Una proposta semplice, sensata, addirittura di buonsenso. Eppure, respinta. Perché? Per «non fare propaganda». O perché tanto c'è già qualche protocollo vago della Città Metropolitana, che però non vincola nessuno. Insomma: meglio non disturbare il manovratore.

E poi, arriva Giuseppe De Candia, consigliere del Gruppo Misto, che regala al dibattito istituzionale una perla di rara profondità filosofica: «Il buon Dio avrebbe dovuto farci ermafroditi, così ci saremmo risparmiati tutta questa promiscuità». Sì, lo ha detto davvero. E no, nessuno ha capito esattamente cosa c’entri con il salario minimo. Ma lo spirito del surrealismo aleggia, e qualcuno potrebbe addirittura apprezzare il tentativo di reinventare la teologia politica.

Non contento, Baffigo torna protagonista cercando di giustificare la bocciatura della mozione citando nientemeno che Karl Marx e i suoi scritti sull’immigrazione irlandese in Inghilterra. Sì, avete letto bene: Marx. Usato da un esponente della Lega per giustificare il mercato degli appalti al ribasso.

Dalla sinistra la replica è secca (e amaramente ironica): «Chi ha letto davvero Marx sa che denunciava l’uso del razzismo e della concorrenza al ribasso come strumenti per dividere i lavoratori. Usare Marx per difendere i bassi salari è un capolavoro di ignoranza. O di malafede. O entrambe».

Insomma, tra citazioni a sproposito, commenti incendiari e interventi da teatro dell’assurdo, la politica venariese sembra ormai un mix tra “Camera Café” e “1984”.

Ma AVS conclude con fermezza: «Continueremo a portare in aula proposte su giustizia, equità e dignità. Anche se danno fastidio. O fanno ridere. O entrambe».

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