Tutti soggetti che sarebbero riconducibili alla 'ndragheta che operava tra Brandizzo, Torino e la provincia
Oggi, giovedì 4 aprile, militari del ROS, della Compagnia Carabinieri di Venaria Reale e della Stazione di Leinì hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Torino, nei confronti di 9 persone che, secondo i numerosi elementi indiziari raccolti, sono stati destinatarie del provvedimento per i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.
Le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021 dal ROS e dai colleghi di Leinì, coordinate dalla DDA di Torino, si sono concentrate su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante a Brandizzo, Torino e provincia, emanazione delle ‘ndrine Nirta e Pelle originarie di San Luca, documentando come il sodalizio, caratterizzato dalla tipica struttura mafiosa, abbia operato con sistematico ricorso all’intimidazione nei rapporti con i concorrenti e offerta di protezione a vittime di atti estorsivi, infiltrandosi nell’economia legale di questo territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti, riconducibili al gruppo criminale, che hanno ricevuto, almeno a partire dal 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale e nella realizzazione delle grandi opere come la A32 Torino-Bardonecchia, per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e movimento terra nella provincia di Torino.
Due soggetti, individuati come vertici del sodalizio mafioso e direttamente coinvolti nei lavori, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della detenzione in carcere, un terzo soggetto partecipe della stessa articolazione territoriale, mentre un quarto, figura di vertice di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale, garantiva alle imprese riconducibili all’associazione risorse economiche ed appalti, è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Ulteriori cinque misure cautelari domiciliari sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi. Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di denaro oggetto di riciclaggio, derivanti dal traffico illecito di rifiuti.