E' polemica in città dopo l'articolo pubblicato su La Stampa giovedì 20 marzo, che riporta un presunto caso di tangenti risalente al 2022, legato alla gestione dei rifiuti da parte della società Cidiu. La vicenda ha riacceso le tensioni tra le forze di opposizione (Partito Democratico e Movimento 5 Stelle) e i gruppi di maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Venaria Riparte) guidati dal sindaco Fabio Giulivi.
Al centro del caso giudiziario c’è Marco Scolaro, 55 anni, ex assessore della giunta di Collegno ed ex amministratore delegato di Cidiu, attualmente unico imputato in un’udienza preliminare con l’accusa di tentata concussione. Secondo quanto riportato nell’articolo, uno degli imprenditori chiamati a testimoniare avrebbe raccontato di aver partecipato a un incontro organizzato da Scolaro, durante il quale sarebbe stato presentato un “sedicente assessore” di Venaria che avrebbe tenuto atteggiamenti intimidatori nei suoi confronti.
Le opposizioni chiedono chiarezza
Le opposizioni hanno immediatamente chiesto chiarimenti e annunciato un’interrogazione per ottenere risposte ufficiali dal sindaco. «In Consiglio comunale vogliamo sapere se siano pervenute comunicazioni ufficiali o giudiziarie riguardanti la vicenda, e se ci siano elementi che possano coinvolgere l’attuale Amministrazione» si legge nella nota stampa a firma Pd e M5S. «Trasparenza e dialogo istituzionale sono fondamentali per garantire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».
La replica della maggioranza: «solo illazioni»
La risposta della maggioranza non si è fatta attendere. I gruppi che sostengono il sindaco Giulivi parlano di un attacco politico costruito ad arte: «si tratta di semplici illazioni, finalizzate, come al solito, a screditare questa Amministrazione a fini elettorali, sfruttando dichiarazioni tratte da un articolo che cita l’ex amministratore delegato di Cidiu, coinvolto in una vicenda giudiziaria».
Nella nota, la maggioranza sottolinea come la dichiarazione dell’imprenditore testimone faccia riferimento a un "sedicente assessore di Venaria”, e che – proprio per l’utilizzo del termine “sedicente” – non vi siano elementi concreti che colleghino la vicenda a membri effettivi della giunta in carica. «Il significato del termine lascia intendere che si tratterebbe di qualcuno che si è spacciato per assessore, non di un vero rappresentante istituzionale. E questo risulta piuttosto strano: a Venaria, gli assessori sono noti a tutti». La maggioranza esprime inoltre preoccupazione per il contesto nel quale si inserisce la frase “incriminata”, sottolineando che lo stesso Scolaro – tramite il suo legale – si è dichiarato innocente, vittima di «male lingue e complotti interni al Pd».
«L’indagato è un ex esponente del Partito Democratico - ricorda la nota - e l’attuale presidente di Cidiu è anche presidente provinciale dello stesso partito. Secondo l’articolo, sarebbe proprio quest’ultimo ad aver segnalato agli inquirenti le presunte anomalie. Questi sono i fatti ai quali diamo importanza. A differenza di chi cerca visibilità con polemiche pretestuose. Questa Amministrazione, fin dall’inizio del mandato, ha sempre collaborato con le Autorità ogni volta che si è trovata di fronte a situazioni sospette. La legalità è la nostra bandiera, non uno slogan da comizio».
La mozione di “Venaria al Centro”
Sul caso è intervenuta anche la lista civica Venaria al Centro, rappresentata dai consiglieri Andrea Dei e Andrea Accorsi, che hanno presentato una mozione per chiedere ulteriori chiarimenti. «Se le dichiarazioni riportate nell’articolo dovessero risultare infondate – spiegano – chiediamo che venga tutelata l’onorabilità dell’intera Amministrazione, compresi tutti i membri del Consiglio comunale». I consiglieri propongono quindi di incaricare l’avvocato comunale affinché proceda con una querela a mezzo stampa. «In caso contrario – aggiungono – chiederemo l’allontanamento della persona coinvolta nei fatti citati». Secondo i due esponenti della lista civica, infatti, le affermazioni emerse nell’inchiesta giornalistica sarebbero «diffamatorie e denigratorie».