E' previsto sia per i figli naturali, in adozione e affidamento
Non tutti sanno che entrambi i genitori, alternativamente, hanno diritto ad astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni.
Ciascun genitore, alternativamente, ha inoltre diritto di astenersi dal lavoro, nel limite di 5 giorni lavorativi all'anno, per le malattie di ogni figlio di età compresa fra i 3 e gli 8 anni, come specificamente indicato nel “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000”.
Ai congedi non si applicano né fasce di reperibilità né tanto meno visite mediche di controllo. Il congedo spetta inoltre al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia diritto. Il decreto include ovviamente sia i figli naturali che quelli adottivi o in affidamento.
I lavoratori del pubblico impiego hanno diritto a 30 giorni di permesso retribuiti ogni anno per i primi 3 anni del bambino. Dopo il terzo anno di vita e fino all’ottavo, è dovuta la copertura contributiva, ma i permessi non sono retribuiti.
Il dipendente deve presentare un certificato medico del pediatra del Servizio Sanitario Nazionale in cui vengano indicati i giorni di malattia del bambino e la persona che lo accudisce e un’autocertificazione in cui sia dichiarato il numero di giorni di assenza dall'altro genitore.
Quali lavoratori ne hanno diritto?
I dipendenti, compresi quelli con contratto di apprendistato, di amministrazioni pubbliche, di privati datori di lavoro nonché i soci lavoratori di cooperative.
Vi è un’altra possibilità per il lavoratore, cioè il congedo per gravi motivi familiari che può essere richiesto dal lavoratore dipendente, pubblico o privato. Questo ha una durata massima di due anni, non è retribuito, e può essere fruito anche in maniera frazionata.
