A 50 anni dalla scomparsa, la vita e l’opera dell'artista in un’appassionante indagine su censure e persecuzioni, svolte artistiche e passion
"Picasso. Una vita da straniero" di Annie Cohen-Solal (Collana Specchi - Marsilio Editore) - 640 pagine - 28 Euro
E' in uscita il 30 aprile in libreria il libro "Picasso. Una vita da straniero" di Annie Cohen-Solal, storica, saggista e curatrice di mostre,distingiushed professor all'Università Bocconi di Milano, con un dottorato di ricerca alla Sorbona di Parigi, ha insegnato in diversi atenei ed è stata consigliera culturale dell'ambasciata francese negli Stati Uniti, oltre ad aver scritto numersi saggi e biografie.
Dal questo libro è nata la grande mostra "Picasso lo straniero" in programma a Milano, a Palazzo Reale dal 20 settembre prossimo.
Dal momento della morte di Picasso, avvenuta l'8 aprile 1973, un profluvio di superlativi è stato associato al suo nome. Lo Stato francese, in pompa magna, ne ha accolto l’opera, assimilandola alla propria storia. Ma quanti sanno che all’artista era stata rifiutata la naturalizzazione? Quanti immaginano il clima di sospetto e di esclusione di cui fu vittima, culminato nel gran rifiuto che il Louvre oppose nel 1929 alla donazione delle Demoiselles d’Avignon?
Stimolata dalle molte contraddizioni che vede affiorare, Annie Cohen-Solal nell'opera si lancia in una inedita quanto coraggiosa esplorazione del mondo insondabile di Picasso per sottrarre alla polvere degli archivi i segreti di una storia ancora tutta da raccontare. Viaggiando nello spazio e nel tempo si ritorna così all’ottobre 1900, quando Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona; si attraversano i vicoli affascinanti di una Montmartre irripetibile e si assiste alla crescita di un talento strategico sia come artista sia come uomo d’affari, capace di districarsi con naturalezza tra collezionisti e mercanti d’arte.
Ed è forse proprio questa disinvoltura a far percepire il cubismo come un pericolo per «l’integrità morale» del paese: scoppia così la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della «gente per bene» contro i pericolosissimi «stranieri».
Il racconto febbrile e appassionato di Annie Cohen-Solal giunge fino al presente sollevando nuovi interrogativi: «lo scandalo che vede il più grande artista del Novecento marchiato e schedato perché straniero non rimanda forse agli attuali rigurgiti di ordinaria xenofobia? Non rammenta l’ostilità dilagante di fronte alla crisi migratoria che stiamo attraversando?».