Dopo mesi di attesa, nel Consiglio regionale della scorsa settimana, è arrivata la risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera PD Laura Pompeo, incentrata sulla tutela e il sostegno alle piccole realtà musicali del Piemonte, spesso escluse dai bandi regionali per mancanza di risorse e strumenti adeguati.
«Ho chiesto all’assessora alla Cultura Marina Chiarelli quali misure la Regione intendesse adottare per sostenere le realtà musicali locali e valorizzare il talento dei tanti giovani che ne fanno parte – spiega Pompeo –. Il bando triennale attualmente in vigore richiede un cofinanziamento che molte associazioni non riescono a garantire, soprattutto senza la certezza di progettualità a lungo termine».
Chiarelli ha confermato l’intenzione della Regione di proseguire nel sostegno allo spettacolo dal vivo, esteso anche alla musica amatoriale e alla formazione pre-accademica, assicurando che per il triennio 2025-2027 sarà confermato l’approccio attuale con bandi dedicati.
Ma Pompeo solleva una criticità strutturale: la mancanza di flessibilità nei meccanismi di accesso. «Serve una revisione che consenta anche alle piccole associazioni di partecipare – sottolinea la consigliera dem –. L’introduzione di bandi annuali e più snelli sarebbe un passo fondamentale. Il Piemonte vanta un patrimonio musicale diffuso e capillare, fatto di cori, ensemble, gruppi di giovani artisti, realtà che promuovono cultura, formazione, coesione sociale. Ignorarle significa perdere una parte vitale del tessuto culturale regionale».
La proposta di Pompeo è chiara: bandi specifici e distinti per settore, capaci di rispondere alle diverse esigenze di un panorama culturale eterogeneo. Un sistema che permetta alle piccole realtà di esistere accanto ai grandi enti istituzionali. «I contributi regionali – conclude – rappresentano spesso l’unica fonte di sostegno economico per musicisti che, oltre alla produzione artistica, svolgono anche un prezioso lavoro di ricerca e tutela della memoria musicale piemontese. È giusto sostenere i grandi poli culturali, ma è altrettanto fondamentale dare voce ai giovani e a chi lavora nei territori. La cultura è un bene comune: va resa accessibile, sostenuta e rispettata».
La battaglia di Laura Pompeo riaccende così i riflettori sul ruolo delle istituzioni nel garantire pari opportunità di espressione culturale in un momento in cui la musica, specialmente nelle piccole comunità, continua a essere uno strumento di crescita, aggregazione e identità.