Certe storie iniziano in ascensore. Due sconosciuti che condividono la routine di un palazzo, un saluto frettoloso sul pianerottolo, una sigaretta fumata sotto i portici che diventa il pretesto per far crescere un'amicizia. Così è nato il legame con Ernesto Franco, tra gli inquilini dello stabile di via Cernaia 26/28, nel cuore di Torino.
Ernesto non era solo un vicino di casa: era un uomo che sapeva ascoltare e raccontare, un editore di razza, un intellettuale discreto ma appassionato, profondamente legato al Sud America, alla letteratura e al tango. Un uomo che per oltre venticinque anni ha diretto la casa editrice Einaudi, traghettandola con rigore e amore per le parole nel nuovo millennio. Un uomo che ha saputo tenere insieme poesia e narrativa, mestiere e passione, pensiero e musica.
Dopo la sua morte, avvenuta nel settembre del 2024, il palazzo in cui aveva abitato a lungo ha deciso di ricordarlo in modo intimo e collettivo, come si fa con le persone che hanno lasciato un segno: una serata letteraria dai balconi, nel cortile di casa, per dare voce alle sue parole, per riascoltarle là dove forse erano nate o maturate.
L'appuntamento è per il 25 giugno alle 19.30, quando le finestre di via Cernaia si apriranno per un tributo speciale. A leggere brani dai suoi libri – Isolario, Lontano io, Storie fantastiche di isole vere, Sono stato – saranno attori e amici: Andrea Tidona, volto indimenticabile de La meglio gioventù, e gli interpreti di Assemblea Teatro: Gisella Bein, Mattia Brogi Mariani, Silvia Nati, Cristiana Voglino e Angelo Scarafiotti. Ad accompagnare le letture, le note struggenti della fisarmonica di Luca Zanetti, vincitore dell’Orpheus Award, e la voce argentina di Luna Beltrán, in omaggio a quella cultura che Ernesto amava profondamente.
L’evento, realizzato da Assemblea Teatro in collaborazione con Hiroshima Mon Amour, si inserisce nel progetto “Pasolini e Calvino: la città svelata” e sostituisce la conferenza che proprio Ernesto aveva accettato di tenere, prima che la malattia glielo impedisse.
Quella del 25 giugno sarà una serata di ricordi, ma non di rimpianti. Una festa della letteratura vissuta con semplicità, in un cortile, tra chi l’ha conosciuto davvero. Un modo per dire grazie, senza retorica, ma con l’unica cosa che conta: le sue parole, lette ad alta voce nel luogo che ha amato e in cui ha vissuto. Una cerimonia civile, domestica, profondamente umana.