Il Consiglio regionale del Piemonte ha espresso, martedì 17 giugno, parere favorevole al Programma Triennale per la Cultura 2025–2027, lo strumento di pianificazione che orienterà gli interventi regionali in ambito culturale per i prossimi tre anni. Un provvedimento atteso e strategico, che mira a rendere le politiche culturali più stabili, strutturate e aderenti alle reali esigenze del territorio.
«Questo nuovo Programma rappresenta un passaggio decisivo verso una politica culturale capace di dare risposte concrete e durature - ha dichiarato Paola Antonetto, Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale - La conferma della triennalità, già introdotta nel precedente piano, consente agli operatori culturali di progettare sul medio periodo, superando la precarietà annuale e offrendo una prospettiva di fiducia e continuità».
Tra le principali novità del documento approvato: il rafforzamento delle convenzioni triennali con gli enti culturali partecipati, l’estensione a nuovi soggetti pubblici per obiettivi strategici condivisi, e un incremento dei bandi pluriennali. Centrale anche l’impegno per la semplificazione amministrativa, con l’obiettivo di ridurre gli oneri burocratici e liberare risorse per la progettazione culturale.
«Semplificare significa valorizzare il lavoro degli operatori, permettere loro di concentrarsi sui contenuti, le reti e il dialogo con i territori. È una richiesta forte che arriva dal basso, e a cui abbiamo voluto dare una risposta concreta», ha aggiunto Antonetto, che ha anche espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’assessora alla Cultura Marina Chiarelli e dalla Giunta regionale.
Il Programma pone particolare attenzione ai territori più fragili dal punto di vista dell’offerta culturale, come le aree montane e i piccoli comuni, e premia i progetti che integrano inclusione sociale, sostenibilità ambientale e partecipazione attiva.
«La cultura deve essere accessibile e capillare. Con questo Programma ribadiamo che nessun territorio è marginale e che ogni progetto culturale può essere uno strumento di crescita, coesione e innovazione», ha concluso Antonetto.
Il Programma 2025–2027 si presenta quindi come una cornice strategica per consolidare il ruolo della cultura come motore di sviluppo sociale ed economico per tutta la comunità piemontese.