È tornata a farsi sentire, forte e compatta, la voce dei lavoratori e delle lavoratrici della Lidl, che venerdì mattina, 18 luglio, hanno incrociato le braccia in tutta Italia, con presidi anche a Torino, davanti alla filiale di via Bologna. Lo sciopero segue quello di giugno, che aveva già registrato oltre l’80% di adesioni, e nasce da un malcontento diffuso: mentre l’azienda tedesca continua a registrare profitti record, le condizioni contrattuali del personale restano invariate.
Al centro della protesta, l’aumento del fatturato – oltre 7 miliardi in Italia nel 2024, con un utile ante-imposte di 1,3 miliardi – che, secondo i sindacati, non si traduce in un miglioramento delle condizioni salariali. L’ultima proposta aziendale prevede un incremento di appena 15 euro al mese, una cifra considerata del tutto insufficiente da lavoratori e rappresentanti politici che si sono schierati al loro fianco.
La consigliera regionale Alice Ravinale (AVS)
«Verificheremo in Regione quali contratti vengono effettivamente applicati, con particolare attenzione ai part-time involontari, che interessano in gran parte le donne - ha dichiarato Alice Ravinale, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) in Regione - Non si può pensare di intervenire con voucher per le mamme, mentre i lavoratori chiedono diritti veri. Serve chiarezza anche sulle condizioni di sicurezza all’interno dei punti vendita e dei magazzini».
Ravinale ha anche sottolineato il contesto più ampio di precarietà in cui si inserisce la vicenda Lidl: secondo l’ISTAT, il 21% dei lavoratori italiani ha un reddito basso e negli ultimi dieci anni si è perso oltre il 10% del potere d'acquisto.
Anche il Comune di Torino fa sentire la sua voce. «Siamo dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici che chiedono tutele contrattuali reali, aumenti salariali adeguati e un’organizzazione del lavoro sostenibile, dai magazzini fino agli uffici» affermano i consiglieri comunali Sara Diena ed Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista). «L’azienda deve ascoltare chi ogni giorno garantisce il funzionamento del suo modello commerciale».
Il presidio in via Bologna
Il caso Lidl è seguito da vicino anche a livello nazionale: l’onorevole Marco Grimaldi, vicecapogruppo AVS alla Camera, ha presentato nei mesi scorsi un’interrogazione parlamentare per portare all’attenzione del governo le richieste dei lavoratori.
La vertenza Lidl è solo l’ultima a emergere in un settore, quello della grande distribuzione, dove la concorrenza sembra giocarsi sempre più sul contenimento del costo del lavoro piuttosto che sulla qualità dei servizi. Per lavoratori e sindacati, però, il tempo delle promesse sembra essere finito: ora chiedono risposte concrete.