La missiva della duchessa risale al 1694
Abbiamo sempre l’abitudine di ricordare i grandi personaggi maschili della storia, dimenticandoci spesso quelli femminili anche se molte di queste figure hanno avuto un ruolo importante e non meno significativo dei loro reali consorti: è questo il caso di una donna che comparve a Torino nel 1684, sposa del Duca di Savoia Vittorio Amedeo II e che ebbe un grande riguardo e rispetto per la nostra gente, in particolare, nell’occasione di cui vado a narrare, proprio per il villaggio di Volpiano verso il quale dimostrò un interesse mosso sicuramente da umana pietà visto le condizioni in cui versava, all’epoca, il paese. Anna, figlia di Filippo Duca di Orleans, era nata nel castello di Saint-Claude, in Francia, il 27 agosto 1669.
La madre Enrichetta di Inghilterra era la più giovane delle figlie del Re Carlo I. Viene data in sposa all’età di 15 anni al Duca piemontese per volere dello zio, il Re Luigi XIV, per cercare in questo modo di mantenere un diretto controllo della corona francese sulle terre subalpine. Purtroppo il Piemonte, da sempre terra di conquista, a causa delle continue guerre di successione che coinvolgevano quasi tutte le teste coronate d’Europa e che inevitabilmente venivano combattute anche sul nostro territorio, spesso e volentieri si trovava occupato da truppe di passaggio straniere e non di rado era luogo di cruenti scontri tra soldataglie prive di scrupoli e dediti al saccheggio, lasciando in questo modo la popolazione in un clima di terrore e di povertà.
Volpiano subiva da secoli questa condizione, toccando forse il culmine della sofferenza nella campagna militare del governatore francese Brissac nel 1555, quando un lungo assedio alla sua fortezza e conseguente capitolazione della guarnigione spagnola superstite, decretò la fine militare di questo lembo di Canavese che tanto aveva angosciato gli occupanti francesi delle nostre contrade in quel tempo.
Volpiano, già possedimento monferrino, venne ceduta al Ducato di Savoia il 6 aprile del 1631 nell’occasione della firma del trattato di Cherasco che poneva fine alle diatribe tra Vittorio Amedeo I, il cardinale Mazzarino, il Sacro Romano Impero, Mantova e la Corona di Spagna. Gli anni a venire videro altre guerre ed altre carestie, che portarono il Piemonte, e in particolare la zona del basso Canavese, ad essere devastata da eserciti sempre diversi tra loro ma accomunati dalla stessa crudeltà. La completa mancanza di organizzazione logistica degli eserciti li obbligava a reperire il necessario per la sopravvivenza presso le comunità di passaggio o di quartiere, con conseguenze atroci sia sotto l’aspetto umano che economico per le sorti delle genti di questi luoghi.
Già nel 1663, anno in cui il nuovo Duca di Savoia Carlo Emanuele II prende di fatto il potere alla morte improvvisa della madre Maria Cristina Duchessa di Savoia, prima Madama Reale che alla morte prematura del figlio Francesco Giacinto aveva di fatto retto il Ducato malgrado questo fosse passato al secondogenito nel 1638 e solo ora ne prendeva pieno possesso, veniva promossa una serie di riforme economiche che, oltre ad interessare l’esercito e la pubblica amministrazione, avevano anche cercato di favorire lo sviluppo di tutte quelle zone extraurbane che per lunghi anni avevano patito i disagi delle guerre. Come, appunto, Volpiano.
Tanto che per decreto dello stesso Carlo Emanuele, venivano detassate circa 3.500 giornate piemontesi (antica misura di superficie che, a seconda dei luoghi, equivaleva a circa 3.810 metri quadrati di terreno agricolo) presenti nel territorio volpianese: una vera e consistente programmazione negli anni di una progressività nelle imposte partendo dai minimi delle gabelle che anno per anno avrebbero aumentato la tassazione ma senza per questo gravare su di una popolazione giunta in quel periodo allo stremo delle forze ,con l’intento di dar fiato e spazio ai contadini ed artigiani volpianesi che da molti anni versavano in cattive condizioni.
Tutto questo piano di riforme è umiliato da un nuovo conflitto che investe le nostre regioni, chiamato con il nome di “Guerra della Grande Alleanza” o più comunemente “Guerra della Lega di Augusta”, e che durerà dal 1688 al 1697, di fatto il primo conflitto extraeuropeo visto che i combattimenti tra francesi e gli alleati, oltre che sul continente ed in Irlanda, si sposteranno anche nel Nord America.
A quel tempo le guerre vedevano, a volte, la partecipazione diretta alle operazioni belliche anche dei sovrani che per diritto dinastico o più semplicemente per bramosia personale si fregiavano del titolo di “comandante supremo” e quindi costretti durante il loro permanere sui campi di battaglia a nominare reggenti, il più delle volte famigliari o persone di fiducia, per poter assolvere ai doveri amministrativi e burocratici dello Stato: in questo quadro va vista la comparsa della Duchessa di Savoia, moglie di Vittorio Amedeo II, Anna d’Orleans, nell’affrontare i problemi amministrativi del Ducato.
La donna è molto intelligente, preparata ad assumersi responsabilità di una certa criticità. Pur essendo francese non asseconda mai i famigliari d’Oltralpe che vogliono da sempre imbavagliare i Savoia. La moglie è fedele al marito e alla nazione che la ospita, e quindi assolve ai compiti istituzionali nei migliori dei modi. Dotata di notevole sensibilità verso le belle arti sarà l’artefice della rinascita di “Vigna della Regina” chiamando l’architetto Juvarra al suo ampliamento, mentre la sua figura sarà legata anche alla straordinaria opera cartografica dell’età del barocco, ovvero quel “Theatrum Ducis Sabaudiae” che vedrà la luce nel 1682 ad opera dello stampatore olandese Blaeu. Due grandi tomi con circa 140 tavole che riproducono le città e palazzi dei Savoia, disegnate dai più grandi artisti dell’epoca e commissionate direttamente dal Duca Carlo Emanuele II. Anna convincerà il consorte a ristamparli in una edizione aggiornata con i territori acquisiti nel 1713, sanciti dal trattato di Utrecht che poneva fine alla guerra europea detta di “Successione Spagnola”.
È in uno di questi momenti di reggenza di Anna che la comunità di Volpiano si affaccia a Palazzo Reale con una supplica che indica ancora una volta la gravità in cui versa la sua popolazione: i privilegi pluriannuali sulla detassazione dei terreni voluta dal padre di Vittorio Amedeo II stanno per finire ed i maggiorenti del paese chiedono una proroga di altri 6 anni: “espone la povera comunità di Vulpiano luogo di zappa, ch’havendo in seguito ai memoriali concessegli dall’A.R.Carlo Emanuel 2° dignissimo padre di V.A.R. distribuito giornate tremilacinquecento de beni esistenti nel territorio d’essa comunità, parte con la total immunità d’anni quattro da tutti li carichi, e dopo alla metà del tasso ed altri carichi ad proportione ecc”.
La supplica viene ricevuta ed inoltrata alla camera dei conti per un parere dalla stessa Anna d’Orleans, che si firma semplicemente con il nome e non con il titolo famigliare, Orleans, come di solito usava fare. “Alla camera dei conti di Piemonte salute; veduta nelle udienze nostre l’allegata supplica presentataci per parte della povera comunià di Volpiano, con ogni cosa in quella riferita, è il suo tenore ben considerato per le presenti di nostra mano firmate di certa scienza nostra, in vigore dell’autorità conferitaci da S.A.R. mio signore e consorte amatissimo, e col parere del Conseglio, vi mandiamo et ordiniamo che in ordine alle cose supplicate dobbiate darci il vostro parere, che tal è la mente dell’A.S.R. e nostra”. Sia la supplica, sia la richiesta di Anna sono unite assieme da un bollo di ceralacca con impresso il sigillo Ducale. La data riportata è: Torino 28 agosto 1693. Seguono le varie firme di cancellieri e segretari.
Il 1693 va ricordato come un anno terribile sotto l’aspetto militare ed economico per la corona Ducale, già sconfitta nella battaglia di Staffarda nel 1690 prima ed in quella della Marsaglia ora ad opera del generale francese Catinat che per l’occasione si avvale dell’esperienza sul campo del conte Laparà de Fieux, architetto e stratega militare che nell’aprile del 1705 conquisterà la piazzaforte di Verrua durante la campagna della “guerra di Successione Spagnola”. Vittorio Amedeo segue gli spostamenti del suo esercito sui campi di battaglia, l’esercito piemontese paga i viveri e gli approvvigionamenti ai contadini ed ai commercianti nei luoghi in cui è costretto ad operare, e questo costa molto alle casse Ducali.
Ed è forse per questo motivo che passano i mesi, ma la comunità di Volpiano non riceve il beneficio di una risposta fino a quando, il 16 marzo 1694, è lo stesso Duca a rimandare la stessa citata supplica alla Camera dei conti, firmando di suo pugno la carta con l’immancabile sigillo ritraenti le sue armi gentilizie. Anche lui si rende conto della difficoltà estrema in cui si trovano i volpianesi.
Ma la risposta definitiva arriva solo il 23 luglio 1694 ed è positiva: il decreto intestato alla reggente “Anna d’Orleans per grazia di Dio, Duchessa di Savoia, Principessa di Piemonte, Regina di Cipro” concede la proroga dei privilegi fiscali sulle terre di Volpiano volute dallo suocero Carlo Emanuele e la comunità è salva! “Visto per noi l’obbligato parere datoci dalla camera dei conti di S.A.R., mio signore e consorte, sotto li 12 dell’hor passato mese di giugno in esecutione di duplicate patenti nostre concedute a supplicatione della communità di Vulpiano…..continuiamo à favore della suddetta comunittà di Vulpiano, la gratia di tutti li carichi ordinarij e straordinarij,…. per gli anni corrente e venturi,sin tutto il 1699”. Firmato: Anna.
Da quel giorno sono passati 325 anni: lo zio di Anna, il Re di Francia Luigi XIV non vedrà mai Torino perché nel settembre del 1706 Vittorio Amedeo II ed il cugino Eugenio di Savoia Soissons scacceranno dal Piemonte le truppe del generale Louis d’Aubusson de la Feuillade, che da alcuni mesi assediavano la capitale del Ducato. Fu l’ultima Duchessa di Savoia e, dopo il trattato di Utrecht del 1713, la prima Regina di Sardegna passando, però, prima da Palermo.
Morirà nel 1728 e noi la ricorderemo sempre come una delle più grandi personalità che seppero guidare il Piemonte in pace ed in guerra. Carattere forte e mente pronta, dimenticò di essere francese e divenne una grande piemontese, e come tale riposa nella cripta Reale della Basilica di Superga.