Grande festa, domenica 16 giugno, per il 65° anniversario di fondazione del gruppo Avis di Volpiano. Tutto il mondo regionale avisino si è stretto attorno al gruppo locale per celebrare lo speciale compleanno.
La mattinata ha preso il via alle 9,15 con il saluto al monumento dei Donatori accompagnati dalle note della Filarmonica Volpianese; alle 10 la messa in suffragio di tutti gli avisini defunti e per onorare l'anniversario di fondazione. Al termine nella Confraternita dell'Immacolata, la premiazione di oltre un centinaio di donatori.
«E’ stata una bellissima festa coronata da una splendida giornata di sole - commenta Angela Lubello, presidente del sodalizio volpianese -. Un ringraziamento va al mio direttivo che con me ha organizzato tutto nei minimi particolari, al sindaco Giovanni Panichelli e alla sua vice Irene Berardo per la loro presenza e a Fabrizio Ingegneri che con le sue 92 donazioni e 40 anni di anzianità ha ritirato la benemerenza smeraldo».
Prossima donazione sabato 22 giugno alle 8 presso la sala prelievi di Volpiano.
Sono stati premiati con la benemerenza Fabrizio Ingegneri (92 donazioni e 40 anni di anzianità); Paolo Milanesio (77 donazioni e 35 anni di anzianità); Robert Sampò (76 donazioni e 30 anni di anzianità); Josephine Monaco (76 donazioni e 28 anni di anzianità); Mauro Durello (76 donazioni e 20 anni di anzianità); Marco Bello (75 donazioni e 26 anni di anzianità); Elena Ferrero (71 donazioni e 30 anni di anzianità); Enrico Passudetti (69 donazioni e 42 anni di anzianità); Barbara Dell'Aquila (65 donazioni e 31 anni di anzianità); Alessandro Amateis (64 donazioni e 31 anni di anzianità); Graziano Vilmer (61 donazioni e 31 anni di anzianità).
«Nessuno può dirsi troppo povero per poter donare il sangue e nessuno può dirsi troppo ricco da non averne bisogno». E' quello che da sempre fa l'avisino: dona una parte di sé ad un’altra persona, alla comunità, senza aspettarsi niente in cambio ma solo nell’intento di trasmettere e donare vita, nella consapevolezza di fare del bene a chi è meno fortunato e nell’intima certezza dell’inestimabile valore di ciò che sta facendo.
Servizio fotografico di Gianfelice Scarpa