Lun, 7 Ott, 2024

Una pergamena ad Andreea Ionela Mogos per la prestigiosa medaglia di bronzo vinta alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Un esempio di forza, coraggio e impegno. Un esempio di come quando la vita ti toglie un futuro, se vuoi ti offre una seconda opportunità. E' la storia di Andreea Ionela Mogos, medaglia di bronzo nel Fioretto a squadre alle Paralimpiadi di Parigi, quella che oggi vi raccontiamo. Una di quelle storie che fanno bene al cuore dando un senso di speranza per il futuro. Una di quelle storie che andrebbero raccontate nelle scuole che dimostrano come volere sia potere.

Innegabile ed emozionante l'incontro che ieri pomeriggio, lunedì 30 settembre, si è svolto in municipio a Volpiano con Andreea, atleta semplice e schiva, ma dotata di una forza di volontà non comune, cui Volpiano dove ha vissuto dal 2003 al 2012 ha voluto consegnare una pergamena come riconoscimento doveroso, per il grande e prestigioso risultato ottenuto.

Ma cominciamo dall'inizio. Nata a Vaslui, Comune della Romania di circa 55mila abitanti, il 2 giugno del 1988, Andreea si è trasferita in Italia, proprio a Volpiano, con la sua famiglia all'età di 15 anni dove ha vissuto fino al 2012, trovando ad accoglierla non solo la comunità italiana, ma anche quella romena, che come ha sottolineato il sindaco Giovanni Panichelli, durante l'incontro, in paese è la più numerosa e anche la più attiva. 

Una vita normale, come quella di tanti adolescenti, fino all'incidente stradale, nel 2006, avvenuto in Austria, mentre tornava a casa da un viaggio in Romania  che ne ha modificato il corso «sono stata ricoverata per due mesi in un ospedale in Austria, dove tutti parlavano solo austriaco a parte due medici con cui riuscivo a comunicare in italiano, almeno un po', che mi hanno preso sotto la loro ala e poi sono stata trasferita in Italia dove ho iniziato la fisioterapia al CRF, il centro fisioterapico del CTO». 

Della disabilità Andreea non sapeva nulla, nè aveva mai conoscito qualcuno con problematiche del genere, ma proprio al CRF ha conosciuto altri ragazzi come lei, costretti su una carozzina e dopo un primo momento di comprensibile disorientamento e su consiglio dei fisioterapisti ha iniziato a praticare sport «quando ho iniziato a fare scherma pensavo fosse un’attività di passaggio. Poi vedendo le emozioni che gli atleti trasmettevano ho cominciato a praticarla. Nella mia prima gara mi sentivo molto osservata, ero un po' imbarazzata. Ero nuova di questo mondo. Ma alla fine ho vinto una medaglia. Oggi la scherma è il mio lavoro e la pratico con grande orgoglio».

Dallo sport come terapia alla pratica agonistica il passo, insomma, è stato graduale. 

Atleta prima delle Fiamme Oro oggi è in forza alla squadra nazionale della Polizia di Stato, viaggia molto, si allena tutti i giorni e quella di Parigi è la sua terza Paralimpiade, dopo il bronzo a squadre vinto a Rio nel 2016, la partecipazione a quelle di Tokyo nel 2020 (durante la pandemia da Covid 19) è tornata sul podio a Parigi nel 2024 «in assoluto l’emozione più bella mai vissuta, anche se speravamo in qualcosa di meglio, ma purtroppo in semifinale ci sono toccate le cinesi che sono in assoluto le più forti».

Nel 2014 Andreea si è anche laureata in Scienze Motorie dimostrando chiaramente che un incidente, come il suo, e come tanti ne capitanano, non può chiudere la vita di una persona e di come lo sport sia fondamentale e terapeutico nei casi come il suo.

La sua medaglia la dedica ovviamente a se stessa, al suo impegno e ai sacrifici che lo sport a questi livelli richiede, ma a anche a tutti coloro che l'hanno sostenuta e supportata, a cominciare dal suo preparatore atletico, Luca Pavan. Ma la dedica anche a tutti i volpianesi e alla Croce Bianca Volpianese perchè «quando ho avuto l'incidente e dall'Austria dovevo essere trasportata in Italia hanno aiutato economicamente la mia famiglia che sarebbe altrimenti stata in difficoltà».

Progetti futuri? «Ora mi sono presa un periodo di riposo - conclude - poi tornerò ad allenarmi e gareggiare, ma conclusa la carrierira di atleta vorrei viaggiare e conoscere il mondo».

Ad accogliere con emozione Andreea, ieri in municipio oltre al sindaco Giovanni Panichelli, la sua vice Irene Berardo e gli assessori Barbara Sapino, Luca Ferrero e Andrea Cisotto che l'hanno invitata a tornare per raccontare la sua incredibile storia, esempio di coraggio e perseveranza, nelle scuole cittadine.

«Siamo molto contenti che Andreea abbia accettato il nostro invito - commenta Panichelli -. La sua determinazione e la sua bravura sono di esempio per tutti.  Non è escluso di poterla avere ancora a Volpiano a cui è legata e dove sarà sempre benvenuta».

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