Dom, 16 Mar, 2025

Palazzi di sette piani in ex area Kelemata? La Regione boccia il piano particolareggiato. Milano «Marsaglia ora apra al confronto con la cittadinanza»

Palazzi di sette piani in ex area Kelemata? La Regione boccia il piano particolareggiato. Milano «Marsaglia ora apra al confronto con la cittadinanza»

Palazzi alti sette piani nell'ex area Kelemata, un eventuale scuola e l'abbattimento di tre edifici nel centro storico con contestuale trasferimento della cubatura, all'interno dell'area RN1a, compresa tra via Colombo, via Alle Fabbriche e via Venaria? La Regione dice "no" e boccia il piano particolareggiato di iniziativa pubblica e la variante strutturale presentata dall'Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Marsaglia.

Con le osservazioni imposte dalla Regione, l'Amminstrazione dovrà, ora suo malgrado, apportare le modifiche richieste. Modifiche per altro già proposte dai gruppi di opposizione, che seppure con sfumature diverse, avevano già evidenziato, o tentato di evidenziarne le storture, senza però mai ottenere il minimo riscontro. Anzi.

milano endrioEndrio Milano

«Marsaglia e la sua maggioranza - commenta Endrio Milano (Progetto Caselle 2027) - hanno sempre rifiutato ogni tipo di confronto e non solo: chiusura totale verso ogni possibilità di dialogo con l’opposizione, addirittura in Commissione Urbanistica la presidente non consentì al nostro consulente neppure di intervenire».

Eppure i gruppi di minoranza sarebbero stati pronti a collaborare e anzi proprio Milano, per un intervento così importante che dovrebbe andare a modificare profondamente una zona in espansione della città, aveva sollecitato la partecipazione dei casellesi, ma la risposta (a parte l'informazione obbligatoria sul sito) è stata "picche". Ed ora il primo risultato non è proprio edificante. 

«Aree previste dal piano regolatore del 2001, come direttrice di sviluppo della città, sono rimaste ferme per 20 anni - aggiunge Milano - durante i quali lo strumento urbanistico è stato “violentato” da innumerevoli deroghe. Siamo stati contrari al piano particolareggiato così come proposto dall’Amministrazione, perché oggi ha senso solo se ha l’ambizione della riattivazione socio-urbanistica di un’area più vasta. Di tutta l’area Ovest cresciuta in maniera caotica e disordinata in questi venti anni. Invece, non prevede spazi per attività commerciali e negozi di prossimità, non prevede servizi necessari come la farmacia, attività ricreative. Non prevede luoghi di socializzazione come la piazza, non prevede impianti per attività sportiva. Ha anche una ricaduta molto negativa sul centro storico perché con l’abbattimento dei tre edifici per trasferirne la cubatura, si insiste nella poco ragionevole politica di desertificazione, anziché puntare ad un vero rilancio».

E' innegabile che il centro storico stia vivendo un momento poco felice. La chiusura della scuola primaria "Collodi", secondo molti è stato il primo "colpo basso" al commercio del centro che sta vivendo, come dimostrano le chiusure definitive già nelle prime settimane del nuovo anno. Basta fare una passeggiata tra via Cravero, piazza Boschiassi e via Torino per rendersene conto. Nella prima quindicina di gennaio sono già cinque le serrande abbassate, di chi si è arreso e con il trasferimento al Baulino al Prato della Fiera, del municipio secondo molti la situazione potrebbe anche peggiorare.

E allora la domanda che sorge spontanea è: a che pro abbattere edifici nel centro storico (trasferendo la cubatura, come abbiamo già visto nell'area RN1 a) per farne parcheggi se ci saranno sempre meno negozi, e dopo la scuola non ci sarà più neppure il municipio?

«Ora la Regione, con le sue osservazioni e contributi, e la Città metropolitana  - conclude Milano - hanno imposto importanti modifiche al piano presentato, alcune delle quali sono assolutamente in linea con quanto da noi proposto, per tempo, in commissione Urbanistica ed in Consiglio comunale. Dovendo accogliere le modifiche proposte si riapre l’iter di approvazione ed auspichiamo che questa volta Marsaglia e la maggioranza accettino un confronto aperto e trasparente che coinvolga oltre ai tecnici ed i costruttori anche le associazioni ed i casellesi».

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