Anche quest’anno la solidarietà ha fatto breccia fra le tante associazioni mappanesi. Uno potrebbe pensare che non è una novità. Del resto sono passati vent’anni dalla prima edizione della “Novena solidale con le associazioni”. Diversi parroci si sono avvicendati alla guida della comunità, prima divisa in frazioni, poi unita sotto un solo Comune. Ma lo spirito solidale non ha mai risentito di questi cambiamenti, anzi ne è uscito rafforzato.
Vedere, venerdì 20 dicembre, una chiesa parrocchiale gremita in ogni ordine di posto, come un prisma cangiante di colori, maglie associative, divise sportive, è stato ancora una volta uno spettacolo unico ed insolito: un modello non sempre facilmente replicabile in altre comunità. Eppure a distanza di due decenni il modello mappanese regge e addirittura si rafforza, grazie al coordinamento fra Caritas, parrocchia ed associazioni mappanesi.
Ad aprire la serata il parroco, don Riccardo Robella accanto al diacono Matteo Suozzo, che ha magistralmente eseguito, cantando in tedesco ed a cappella, l’Inno alla Gioia. Perché c’è gioia più nel dare che nell’avere. E così, per tutto l’arco della serata, questo è stato il filo conduttore, che ha legato interventi, riflessioni, esibizioni canore e di danza. Un caleidoscopio di proposte e riflessioni dai volontari della Croce Rossa a quelli della Piccola Casa della Divina Provvidenza il Cottolengo, per proseguire con i ragazzi dell’Oratorio, il Centro Anziani, Budo Ryu – Modanza, il Comitato per i Servizi, l’Arcobaleno, i Lavandè, la Pro Loco, l’Unitre, la Bocciofila, il Sogno di Samuele, Viviamo Mappano, la Scuola Materna San Michele, le realtà sportive ed aggregative presenti sul territorio.
Alla fine, il momento più toccante: dopo aver collocato sotto l’altare Gesù Bambino, tutti i volontari hanno consegnato cestini e pacchi dono, in particolare cibo e prodotti per la casa: decine e decine, che saranno a loro volta distribuiti a favore di quelle famiglie mappanesi seguite dalla Caritas.
Riflessione ed impegno. Un legame che a Mappano procede da vent’anni, in nome della solidarietà verso gli altri.