In Consiglio regionale del Piemonte prosegue senza sosta la maratona sull’assestamento di bilancio 2025, con le opposizioni che contestano duramente la manovra della Giunta Cirio, accusata di introdurre un aumento dell’addizionale Irpef che andrà a colpire ceti medio-bassi, lavoratori e pensionati.
Durante la seduta di ieri, sabato 2 agosto, le minoranze - PD, M5S, AVS e SUE - hanno messo in scena anche una dimostrazione in Aula: è stato srotolato uno striscione contro l’aumento dell’Irpef e alcuni consiglieri hanno manifestato mostrando la faccia del presidente Cirio, per sottolineare così la sua assenza dai lavori.
«Cirio dov’è? L’Aula lo aspetta, ma ha scelto il ruolo di spettatore. Forse sta preparando un nuovo slogan: ‘Più tasse per tutti, ma con stile’ - hanno attacato a turno i consiglieri di opposizione, parlando di un "blitz estivo" che «impoverisce il 70% delle famiglie piemontesi con redditi tra i 15 e i 50 mila euro annui». Le stesse opposizioni parlano di una “doppia vergogna”: l’aumento delle tasse e l’annuncio di future riduzioni in chiave elettorale.
Di fronte alle critiche, arriva la replica del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che parla di “operazione verità”. «Noi interveniamo sulle aliquote Irpef – spiegano – per gestire al meglio una riforma fiscale epocale che il Paese attende da 50 anni e che, nel lungo periodo, porterà a un sensibile abbattimento della pressione fiscale. Nell’immediato, però, la Regione avrebbe perso 150 milioni di euro di gettito».
FdI ha rivendicato i risultati di sei anni di amministrazione, ricordando la riduzione del debito regionale di 1,5 miliardi e del disavanzo di quasi due miliardi. La manovra, sottolineano «tutela i redditi più bassi fino a 15 mila euro e sostiene le famiglie numerose: le detrazioni per i figli con disabilità raddoppiano da 250 a 500 euro, e le famiglie beneficiarie delle detrazioni passano da 7 mila a 43 mila».
La manovra sull’Irpef, approvata a maggioranza, prevede per i periodi di imposta 2026 e 2027 una maggiorazione dell’addizionale regionale dello 0,55% per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro, e dello 0,56% per i redditi tra 28 e 50 mila euro. Dal 2026 scatteranno anche le nuove detrazioni: 100 euro per ciascun figlio oltre il secondo e 500 euro per ogni figlio con disabilità. Dal 2028, inoltre, l’addizionale sarà rimodulata con il passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito.
L’approvazione definitiva con il voto finale sul disegno di legge di assestamento al bilancio 2025-2027, previsto per domani, lunedì 4 agosto, quando l’Aula completerà l’esame degli ultimi 32 atti di indirizzo, dopo aver già votato quasi tutti i 1367 emendamenti presentati.
Nel corso della maratona sono stati approvati anche alcuni emendamenti: tra questi, uno a firma Marina Bordese (FdI) per contributi ai Comuni sull’adeguamento degli strumenti urbanistici, due di Nadia Conticelli (Pd) per sostenere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza e un emendamento di Domenico Rossi (Pd) che aggiorna gli oneri per i diritti di escavazione delle cave a partire dal 2026, con revisione biennale legata all’indice Istat.
Lo scontro politico resta acceso, mentre la maggioranza rivendica il percorso di risanamento dei conti e le opposizioni promettono battaglia fino all’ultimo voto.