Mar, 2 Lug, 2024

Situazione sempre più drammatica in Piemonte. Il Banco Alimentare denuncia il dimezzamento delle derrate in arrivo

Situazione sempre più drammatica in Piemonte. Il Banco Alimentare denuncia il dimezzamento delle derrate in arrivo

E' sempre più drammatica la situazione del Banco alimentare del Piemonte che denuncia un calo di derrate alimentari da distribuire alle famiglie e persone in difficoltà. Nei primi 4 mesi dell'anno, le entrate di derrate alimentari  sono diminuite del 47,1% rispetto al 2023, passando da 2.592 a 1.370 tonnellate. Quasi la metà.

Una drastica riduzione, dovuta ai ritardi di approvvigionamento dei prodotti AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), finanziata dal FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti), che nello stesso periodo hanno registrato un
calo del 61,8%.

«È essenziale - commenta Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare del Piemonte - che vengano risolti i ritardi e gli impedimenti burocratici che stanno ostacolando le consegne di alimenti provenienti dei bandi pubblici coperti da fondi già stanziati da autorità europee e nazionali. A pagare il conto di questi ritardi, che prescindono dalla nostra volontà e non sono risolvibili a livello locale, sono le persone in difficoltà, che stanno ricevendo buste della spesa molto più leggere. Riuscivamo a consegnare circa 6 chili di alimenti per persona ogni mese, mentre adesso siamo scesi a 3 chili, nonostante abbiamo attivato tutti i canali di approvvigionamento alternativi e stiamo dando fondo ai nostri magazzini».

Il rapporto annuale 2024 dell'Istat dipinge un quadro preoccupante: una persona su dieci vive sotto la soglia minima di povertà, con il 13,5% dei minori sotto i 16 anni in «deprivazione materiale e sociale» e il 5,9% in povertà alimentare. Le difficoltà economiche colpiscono maggiormente i giovani e le famiglie in età lavorativa, evidenziando la crescente inefficacia del reddito da lavoro nel proteggere da situazioni di disagio. È in crescita, infatti, anche il fenomeno dei “nuovi poveri”, che colpisce molte persone che, pur lavorando, si trovano in situazioni di povertà assoluta.

A causare questa tragica e crescente situazione, l'inflazione del 2023, soprattutto l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, che ha incrementato del 9% la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari, pesando maggiormente sulle fasce più deboli. È aumentata la richiesta di aiuti e, di conseguenza, è cresciuto il numero di enti che chiedono di convenzionarsi con il Banco Alimentare. Con la soglia di povertà assoluta di 1.150 euro mensili per due persone, l’aiuto alimentare libera risorse per altre spese essenziali, come cure mediche, abbigliamento e istruzione per i figli.

Attualmente, ci sono poco più di 7.600 enti convenzionati con il Banco Alimentare (con altri enti in lista di attesa che farebbero aumentare le convenzioni del 6-7%) che supportano circa 1.800.000 persone.

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