La terra di mezzo e i diversi mondi che hanno reso il celebre scrittore John Ronald Reuel Tolkien, immortale, e letto in tutto il mondo, sono raccontati in una mostra alla Reggia di Venaria, per i settant’anni dalla pubblicazione delle sue più grandi opere: Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.
Ed è proprio con la citazione “Le radici profonde non gelano” che Tolkien aveva dedicato nel capitolo “La compagnia dell’anello”, con cui si apre la mostra “Tolkien. Uomo, professore, autore” curata da Oronzo Cirilli e che da Roma e Napoli è approdata al polo museale sabaudo venerdì 18 ottobre ed è visibile fino al 16 febbraio 2025.
Una scelta singolare che promette numerosi visitatori e coincide con l’interessamento dell’ex ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano, per questo molto discussa.
«L’idea di dedicare una mostra a J.R.R.Tolkien - racconta Guido Curto, ex direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude - era nata proprio qui, alla Reggia, due anni fa, quando il parroco di Venaria, don Enrico Griffa, mi presentò una delegazione di appassionati di Tolkien membri dell’Associazione Newman di Pierluigi Pezzini. Il figlio Giuseppe Pezzini è professore all’Università di Oxford ed è uno studioso di fama internazionale di Tolkien, insieme ad Emanuele Riu, docente di lettere al Liceo Scientifico Juvarra di Venaria. Mi hanno proposto un evento espositivo per celebrare lo scrittore a cinquant’anni dalla sua morte. Poi ho portato il progetto in Regione».
Così si è presentata l’opportunità di portare a Venaria una mostra itinerante, dedicata proprio al letterato e organizzata da Alessandro Nicosia, partita, come prima location, dalla capitale.
«Ho accettato la proposta - continua Curto - sia perché era ben strutturata sia perché mi sono reso conto che sarebbe stato uno spreco di denaro pubblico fare un’altra e diversa mostra su Tolkien qui in Piemonte. Inoltre i prestiti
sarebbero arrivati in gran parte da uno stesso collezionista italiano e molti degli esperti coinvolti sarebbero stati gli stessi, Pezzini in primis».
La mostra si concretizza in un percorso espositivo che approfondisce la figura di Tolkien, raccontata a 360 gradi, nella sua complessità artistica e umana.
«Apro questa mostra con felicità, perché parla di un uomo visionario, che è stato in grado di parlare a un pubblico di tutte l’età, costruendo con la sua immaginazione mondi che non ci sono. Una caratteristica molto importante anche per chi dirige un museo» dichiara Chiara Toleato l'attuale direttrice del Consorzio delle Residenze Sabaude.
La mostra si apre con un baule da viaggio della madre Mabel del 1861 e numerose fotografie che riprendono la vita famialiare e poi lettere autografe, oggetti e schede informative dai suoi affetti agli studi per la lingua che lo appassionò molto: il nostro italiano e documenti che raccontano l’esperienza della prima guerra mondiale. Poi una riproduzione della sua scrivania con fogli sparsi, volumi e i suoi oggetti personali per raccontare i suoi insegnamenti a Oxford. Infine la sezione più ampia dedicata alle sue due più importanti opere: Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
Si possono scorgere le prime edizioni, gli acquerelli originali realizzati da Piero Crida per la prima de Il Silmarillion e due non utilizzate per i Racconti Incompiuti e Le avventure di Tom Bombadil; vetrine che raccolgono 900 edizioni de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli di 51 Paesi differenti. A conclusione del progetto espositivo, una sezione racconta l’eredità dello scrittore: dagli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi al film d’animazione di Ralph Bakshi, dalla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson ai giochi da tavola come il Flipper. E ad accompagnare lo spettatore tra le riproduzioni di abiti indossati dall’affascinante Lady Galadriel anche la quella in scala 1:1 di Bilbo Baggins che fuma la sua pipa con la voce del doppiatore Pino Insegno.
L’ingresso è compreso nel biglietto Tutto in una Reggia (10 eurointero; ridotto 8 euro) o con i biglietti singoli della mostra.
Info: www.lavenariareali.it