Salone del Libro chiude con 231mila visitatori: un record. Si pensa al futuro tra qualità, nuove sfide e cambio di sede

Si è chiusa lunedì 19 maggio l’edizione 2025 del Salone Internazionale del Libro di Torino, e lo ha fatto segnando un nuovo record: 231 mila visitatori in cinque giorni, con un incremento di 11 mila presenze rispetto all’edizione dello scorso anno.
A rendere particolarmente significativo il dato è l’alta partecipazione di giovani, con il 49% dei visitatori under 35. In crescita anche il pubblico proveniente da fuori regione, in particolare da Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria.
Un contributo importante all’affluenza è arrivato dalla vendita online dei biglietti, che ha rappresentato il 94,5% del totale, favorita da un prezzo agevolato (15 euro contro i 22 dell’acquisto in loco). Anche gli abbonamenti sono aumentati del 37% rispetto all’edizione 2024.
I numeri sono stati resi noti durante la cerimonia di chiusura dall'amministratore delegato Piero Crocenzi, che ha anche annunciato la possibile eliminazione delle casse fisiche in futuro, grazie alla scomparsa delle code: «Un passo verso la modernizzazione e una migliore esperienza per il pubblico».
“Non è il Salone dei record, è il Salone delle persone”
A sottolineare l’anima del Salone è stata la direttrice Anna Lena Benini, che ha guidato per la seconda volta la manifestazione e sarà alla guida anche nel 2026: «I 231 mila sono persone, non solo numeri. Questo Salone non vuole inseguire i record. L’atmosfera che si è respirata in questi giorni è qualcosa che assomiglia alla felicità. Credo che la qualità superi davvero tutto. Ma da questa sera si comincia già a lavorare per migliorare ancora».
La prossima edizione si terrà dal 14 al 18 maggio 2026, con un’importante novità: il Paese ospite sarà la Grecia.
Verso un nuovo spazio per il Salone: si pensa a Mirafiori
Se i numeri crescono, crescono anche le esigenze strutturali. Il presidente dell’Associazione “Torino, la Città del Libro”, Silvio Viale, ha lanciato un appello chiaro alle istituzioni: «Il centro fieristico del Lingotto non è più adeguato. Abbiamo dovuto utilizzare anche il cinema per contenere il pubblico. Se la città crede davvero nel Salone, deve investire: è un motore per tutto il territorio». Viale ha citato come possibile soluzione il trasferimento a Mirafiori, oppure un intervento radicale per potenziare le strutture attuali del Lingotto. «Ma bisogna pensarci ora. Il contratto con GL Events dura ancora due anni, ma siamo alla saturazione».
Sulla stessa linea anche Giulio Bini, presidente della Fondazione Circolo dei Lettori, che ha ribadito la necessità di un ripensamento strutturale: «I dati parlano chiaro, serve un nuovo progetto per il polo fieristico. E serve subito».