Offrono la spesa a chi ne ha bisogno e spesso anche una parola di conforto. E' il silente "esercito del bene" della Caritas, silenziosa e generosa presenza sul territorio. Non raccontano sui social quello che fanno perchè lo fanno per aiutare chi si trova in un momento di fragilità. Non cercano like o approvazione. Lo fanno e basta. Sono gli invisibili della solidarietà impegnati ad utilizzare il loro tempo per gli altri, senza paura di voltarsi dall'altra parte o di tendere la mano. Non se ne sente mai parlare, ma ci sono e se così non fosse sarebbe un problema.
Per ringraziarli di quel fondamentale lavoro sotto traccia ieri, lunedì 27 gennaio, il sindaco Giovanni Panichelli ha voluto incontrarli a Palazzo Civico e consegnare loro una simbolica pergamena per fargli sentire la vicinanza dell'Amministrazione comunale ed esprimere apprezzamento per quel lavoro costante di volontariato e non solo durante le emergenze, come quella da Covid 19 che a distanza di anni sembra ormai un ricordo sbiadito, ma che ha visto quegli uomini e donne lavorare senza sosta in prima linea.
«Era da tanto che volevamo incontrarvi essenzialmente per ringraziarvi per quello che fate e per farvi sapere che sappiamo che ci siete - ha esordito Panichelli - e che siete fondamentali nella nostra comunità. Sapete aiutare e rinfrancare chi è più fragile. Per questo non possiamo che ringraziarvi e offrirvi per quanto ci è possibile tutta la nostra collaborazione».
Parole ribadite anche dall'assessora Barbara Sapino e soprattutto dalla collega di giunta Irene Berardo che con la sua delega ai Servizi Sociale, sa bene quante e quali siano le diffcoltà vissute dalle persone e quanto fondamentale sia la collaborazione della Caritas ad offrire un sostegno a chi ne ha necessità.
Presente anche il parroco don Marco Ghiazza, primo responsabile della Caritas cittadina che ha sottolineato i valori cristiani che animano l'associazione: amore per il prossimo, solidarietà, carità e fratellanza. Valori non sempre sostenuti dalla fede, ma che fanno incontrare persone “di buona volontà” per aiutare il povero, il misero, l’emarginato, il rifiutato da tutti. L’esperienza in Caritas è così anche una palestra di tolleranza, confronto tra diversi che vi trovano l’occasione per tornare ad osservare la realtà con occhi nuovi, a stabilire diversi valori e priorità, a mettere in discussione visioni del mondo cristallizzate.
Presente anche il coordinatore della Caritas di Volpiano Mario Ferrero Merlino che ha sottolineato le criticità in cui sono costrette a convivere le persone in questo particolare momento storico: povertà alimentare, necessità di un lavoro, di una casa. E non sempre è facile intercettare chi ha davvero bisogno di aiuto ecco perché l’idea sarà quella di creare in un futuro uno sportello di ascolto Caritas che possa in qualche modo lavorare in sinergia con i Servizi Sociali.