Ad accompagnare i nuovi pastori anche l'assessore Eugenio Bertuol in rappresentanza del sindaco e molti parrocchiani borgaresi
Un lungo, scrosciante applauso, ha salutato, sabato 7 ottobre, don Claudio Giai Gischia, all’interno di una affollata tensostruttura, oltre 400 persone, al Prato Fiera a Caselle.
Un applauso accorato, vibrante, e sicuramente meritato nei confronti di questo sacerdote che, ininterrottamente per 38 anni ha guidato la parrocchia di Santa Maria e di San Giovanni Evangelista, e che dal primo settembre ha lasciato il suo ruolo, rimanendo comunque a disposizione della comunità casellese, accanto ai nuovi parroci don Sergio Fedrigo e don Alessandro Martini, provenienti dalla vicina Borgaro e che, in un ridisegno della geografia parrocchiale del territorio, su indicazioni del Vescovo monsignor Roberto Repole, oltre alle già citate parrocchie borgaresi, sono i nuovi pastori di quella di Caselle.
Un avvicendamento che non vuole certo apparire come una “sovrapposizione” di ruoli, ma un cammino comunitario come ricordato nella sua prima omelia da don Alessandro Martini.
Ma prima di procedere al formale insediamento, di fronte alla tante autorità civili e militari, rappresentanti del mondo associativo casellese, e di centinaia di parrocchiani, non sono mancati i saluti più calorosi verso don Claudio, pronunciati dal sindaco di Caselle Giuseppe Marsaglia «In tutti questi anni, don Claudio è sempre stato accanto ai più bisognosi, e di tutti colori che hanno incrociato il suo sorriso, la sua forza, la sua Fede e la sua intraprendenza. Per questo mi piace pensare a don Claudio non solo come prete e guida spirituale, ma come un uomo, tra gli uomini. Don Claudio – ha proseguito Marsaglia – è la storia della Fede e della chiesa a Caselle. Quanti giovani coinvolti, quanti ragazzi portati a Pialpetta (la casa alpina parrocchiale) per i campi estivi, dove la preghiera diventava una gioia, dove l’entusiasmo di don Claudio, si trasformava in una festa per tutti. Don Claudio è stato da sempre un prete che ben conosce le necessità dei più bisognosi, i problemi della nostra comunità, e per gli ultimi si è sempre fatto portavoce con le istituzioni e direttamente in prima persona. Un prete che ha saputo interpretare gli altri nelle loro difficoltà con l’autorevolezza di un uomo, di un sacerdote, che ha sempre avuto cuore il nostro territorio».
Parole di stima ed elogio condivise da tutti i parrocchiani e fatte proprie dai due nuovi pastori.
«Noi siamo qui per continuare il fecondo cammino tracciato da don Claudio – ha ricordato don Sergio Fedrigo – i tanti semi lasciati dalla Nip, la nuova immagine parrocchia, che continua a dare frutti sia a Caselle che a Borgaro, due comunità unite anche da questa particolare esperienza, che continuerà in modo ancora più assiduo e profondo».