Viaggiare tra Torino e Milano in treno è diventato un incubo quotidiano per migliaia di pendolari. Oltre ai già noti disservizilegati a guasti, ritardi e cancellazioni, con l'arrivo delle prime ondate di calore estive si è aggiunto un nuovo, pesantissimo disagio: il malfunzionamento dell’aria condizionata su molti convogli, che ha trasformato le carrozze in veri e propri forni viaggianti.
La situazione è diventata insostenibile soprattutto durante le fasce orarie più frequentate, dove – denunciano i comitati pendolari – Trenitalia ha sostituito i moderni treni Rock con mezzi più vecchi, inadatti a gestire l’afflusso di passeggeri e incapaci di garantire un minimo di comfort. Un mix micidiale che ha provocato casi di sovraffollamento e temperature elevate a bordo, creando condizioni al limite della sopportabilità.
Di fronte a questo scenario, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, Carlo Riva Vercellotti, ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, chiedendo risposte chiare e interventi immediati.
«La risposta di Trenitalia è stata del tutto insoddisfacente e, francamente, inaccettabile - ha dichiarato Riva Vercellotti - Non solo non si entra nel merito delle problematiche sollevate, ma si offre una versione dei fatti completamente scollegata dalla realtà vissuta ogni giorno dai pendolari».
Il consigliere di FdI ha puntato il dito contro l’utilizzo di convogli "Media Distanza", che definisce “vecchi ed inadeguati sotto ogni profilo”. «Chi ogni giorno prende il treno per lavoro o per studio – ha aggiunto – ha il diritto di farlo in condizioni dignitose, non stipato in carrozze senza aria condizionata che diventano saune mobili».
L’appello alla Regione e a Trenitalia è chiaro: servono azioni immediate e tangibili. «Non ci accontentiamo più di dichiarazioni d’intenti o promesse vaghe – ha concluso Riva Vercellotti – ma pretendiamo un vero cambio di passo. Viaggiare in treno non deve essere un’odissea, ma un'esperienza civile e sicura, soprattutto in un Paese che si dice moderno».