Se ne parla poco, pochissimo, ma è bene ricordare che il mese di aprile viene celebrato come “Mese della Prevenzione Alcologica”. Durante questo mese il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità e alcune associazioni promuovono campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi legati al consumo di alcol, incoraggiando la prevenzione e l'adozione di stili di vita sani. L'obiettivo è aumentare la consapevolezza sui danni alla salute fisica e mentale, sugli incidenti stradali e sugli altri problemi sociali correlati all'abuso di alcol.
Si stima che in Italia ci siano oltre 8 milioni di consumatori di alcol a rischio per la loro salute. Questa categoria include persone che ne bevono quantità eccessive, praticano il "binge drinking" (bere grandi quantità di alcol in poco tempo), o hanno modalità di consumo che aumentano il rischio di danni (es. bere fuori pasto, bere in età avanzata o giovanile).
Il numero di persone con una vera e propria dipendenza da alcol (alcolismo) è inferiore a quello dei consumatori a rischio, ma rappresenta comunque un problema sanitario e sociale significativo. Le persone in trattamento presso i servizi dedicati (SerD - Servizi per le Dipendenze) sono decine di migliaia ogni anno, ma è indubbiamente solo una parte di coloro che avrebbero bisogno di aiuto.
Anche il vino in eccesso fa male
La percezione che il consumo di vino (soprattutto se moderato) non sia dannoso, o addirittura sia benefico, è radicata in diversi fattori culturali, sociali ed economici. Il vino è profondamente integrato nella cultura italiana, associato alla convivialità, alla gastronomia, alle feste e alle tradizioni familiari e regionali. È spesso visto come un alimento o un complemento del pasto, piuttosto che come una bevanda alcolica.
Il vino rosso, in particolare, è stato storicamente associato a presunti benefici cardiovascolari come parte della dieta mediterranea. Questo ha contribuito a creare un'immagine positiva. Rispetto ai superalcolici o al binge drinking, il consumo moderato e regolare di vino durante i pasti è socialmente più accettato e meno stigmatizzato, portando a sottovalutarne i rischi cumulativi a lungo termine.
È importante sottolineare che, dal punto di vista scientifico, qualsiasi quantità di alcol (incluso quello contenuto nel vino) comporta dei rischi per la salute (ad esempio aumento del rischio oncologico, epatopatie, patologie cardiovascolari, danni neurologici). L'Organizzazione Mondiale della Sanità e molte altre istituzioni sanitarie affermano che non esiste una soglia di consumo alcolico "sicura".
Miti da sfatare
Bere caffè, fare docce fredde, mangiare cibi grassi o bere molta acqua non accelera l'eliminazione dell'alcool dal sangue. Possono mascherare alcuni effetti, ma il tasso alcolemico scende solo con il passare del tempo.
Come smettere? Il primo passo per eliminare l’abuso alcolico è riconoscere la necessità o il desiderio di smettere e prendere una decisione consapevole. Rivolgersi al proprio medico di medicina generale, a uno psicologo, o ai SerD (Servizi per le Dipendenze) presenti sul territorio italiano può essere d’aiuto. Questi servizi offrono supporto medico, psicologico e sociale gratuito per affrontare la dipendenza da alcol.
Insomma, meglio un caffè con il medico di famiglia che una bevanda alcolica!