C’è una figura che silenziosamente mina le fondamenta della nostra economia moderna. Non chiede finanziamenti, non alimenta il PIL, non contribuisce abbastanza al gettito fiscale, e gode di buona salute. Chi è questo pericoloso sovversivo? Il ciclista.
Già, perché se ci pensate bene, il ciclista è un pessimo cittadino dal punto di vista economico: non compra automobili (nessun leasing, nessun finanziamento); non paga assicurazioni, bollo, parcheggio, multe; non compra benzina, non fa tagliandi; consuma meno farmaci perché il suo stile di vita è sano; non ha bisogno di visite specialistiche continue, né di chirurgia bariatrica; mangia spesso cibi più salutari. E, udite udite… si ammala statisticamente meno. In pratica, non fa girare l’economia!
Al contrario, prendiamo il consumatore medio di un fast food.
Si tratta spesso di un perno dell’economia contemporanea: alimenta la grande distribuzione e il mercato globale; contribuisce alla crescita di colossi alimentari; fa lavorare almeno 30 persone per ogni punto vendita; ha bisogno di un dentista per gestire la cure odontoiatriche; necessita di nutrizionista o dietologo, che cercano (invano) di raddrizzare la rotta; fa girare l’industria farmaceutica con farmaci per contrastare colesterolo, ipertensione, gastrite e diabete; spinge la sanità ad investire in ecografie, gastroscopie, TC, statine e insulinoterapia. In termini economici, è una miniera d’oro.
E allora, la domanda è: meglio essere un ciclista o un consumatore di fast-food? Se guardiamo con gli occhi del PIL, la risposta è inquietante: Il ciclista è un danno sistemico. Il consumatore compulsivo e sedentario… è una risorsa redditizia.
Ma se guardiamo con gli occhi della salute, della prevenzione, del benessere collettivo, la prospettiva si ribalta. La sanità pubblica si fonda sulle malattie che possiamo evitare. Un ciclista che percorre 5 km al giorno non solo riduce il traffico e l’inquinamento, ma alleggerisce le liste d’attesa. Ogni cittadino che sceglie cibo sano e si muove, non genera profitto immediato, ma semina un futuro più sostenibile e meno medicalizzato.
Dal punto di vista del marketing, l’obeso, iperteso e sedentario è un cliente perfetto: sempre presente, sempre bisognoso, mai sazio. Il ciclista, invece, è un cittadino libero: non dipende da un motore, da un medico o da una promozione del Black Friday.
Scegliete con attenzione da che parte stare. Meglio essere clienti… o esseri umani in salute?