Si è svolta mercoledì 29 aprile la riunione della IV Commissione regionale, dedicata al nuovo Piano Socio-Sanitario, atteso in Consiglio per l’approvazione giovedì 8 maggio. Ma l'incontro ha acceso il confronto tra maggioranza e opposizione, rivelando due visioni completamente contrapposte sul documento che dovrebbe ridisegnare il sistema sanitario e sociale piemontese per i prossimi anni.
Sarah Disabato (M5S)
Il gruppo del Movimento 5 Stelle, rappresentato da Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio, ha espresso forti critiche: «A distanza di sei anni dall’insediamento della Giunta Cirio, non c’è ancora traccia concreta del nuovo Piano. Abbiamo assistito a una semplice lettura di slide, senza documentazione ufficiale, né bozza completa né cronoprogramma serio». Per i pentastellati, il piano si conferma una promessa disattesa, in un contesto sanitario segnato da liste d’attesa interminabili, carenza di personale e ritardi nell’attuazione delle strutture previste dal PNRR.
Alice Ravinale (AVS)
Critiche simili sono arrivate anche da Alice Ravinale e Valentina Cera (Allternativa Verdi e Sinistra), che parlano di una «surreale commissione sanità» in cui gli assessori Federico Riboldi (Sanità) e Maurizio Marrone (Politiche Sociali) si sono limitati a illustrare un documento descrittivo dell’esistente, senza proposte concrete. «L’unica direzione chiara è quella dell’efficienza economica, mentre restano assenti contenuti su assunzioni, spazi e integrazione socio-sanitaria» aggiungono. E denunciano la mancata consegna alla Commissione del documento base redatto dalla Bocconi, dal costo stimato di 250.000 euro.
Dal lato della maggioranza, però, il tono è ben diverso. Il nuovo Piano viene presentato come una riforma strutturale attesa da decenni, capace di rispondere a una società profondamente cambiata. Gli assessori Riboldi e Marrone sottolineano che l’ultimo piano integrale risale agli anni ’90, e che ora è il momento di dotare il Piemonte di uno strumento aggiornato, capace di guidare investimenti, integrazione e innovazione.
Tra le azioni già messe in campo dalla Giunta vengono ricordate: 1500 nuove assunzioni (e 2000 entro fine anno), il nuovo CUP con intelligenza artificiale, il rafforzamento della medicina territoriale, la telemedicina, l'acquisto dell’ospedale di Settimo, la digitalizzazione dei DEA, l’istituzione degli IRCCS pubblici e numerosi interventi sul fronte del sociale, dall’invecchiamento attivo alla disabilità, dal welfare abitativo ai minori.
Davide Zappalà (FdI)
Davide Zappalà (FdI) vicepresidente della Commissione, difende il lavoro preparatorio: «Partiamo da una fotografia precisa della popolazione piemontese: 25% over 65, 40% dei pazienti con malattie croniche, 10% esclusi dall’accesso alle cure. È evidente che sanità e sociale devono integrarsi e il piano va in questa direzione».
Sulla stessa linea anche Fratelli d’Italia, con Gianluca Godio e il capogruppo Carlo Riva Vercellotti, che parlano di un progetto «realmente utile, sostenibile e condiviso», respingendo al mittente le accuse dell’opposizione: «la sinistra disegna scenari catastrofici, ma fu la Giunta Chiamparino nel 2014 a chiudere 130 strutture ospedaliere, provocando un disastro nella sanità territoriale. Noi stiamo costruendo un sistema moderno ed efficiente».
Il Piano Socio-Sanitario, che vale 1,6 miliardi di euro all’anno, ma il confronto sarà acceso. Con una certezza condivisa, anche se da prospettive opposte: la posta in gioco è alta, perché riguarda il diritto alla salute di migliaia di cittadini piemontesi.