Ven, 22 Nov, 2024

Quando Benedetto Croce venne estratto dalle macerie del terremoto di Casamicciola del 1883 ancora in vita

Quando Benedetto Croce venne estratto dalle macerie del terremoto di Casamicciola del 1883 ancora in vita

Una delle più alte figure morali ed intellettuali  più importanti del nostro Paese

Ischia, isola meravigliosamente bella incastonata nelle acque partenopee che tutto il mondo ci invidia, in verità nasconde un terribile segreto, come i tanti della nostra penisola.

Un paradiso terrestre dove natura ed ambiente si intrecciano dando vita a quelle mille sensazioni che l’animo umano da sempre ricerca per dare un senso alla propria vita, tranquillità, spensieratezza, orizzonti di mare e monti che invitano a mille pensieri, dove la quotidianità appare un’alcova dove riposare le menti ed i corpi dalle fatiche, dove ogni individuo si sente protetto dalla straordinaria ed unica coformazione fisica del territorio che madre natura ha voluto regalare da sempre alla nostra gente, circondandola di tutto quello che occorre per essere felici ed in pace con se stessi, ma in agguato, come una terribile maledizione, quasi fosse un dazio da pagare al destino, ecco spuntare improvviso, devastante e terribilmente vero, l’antico terribile segreto di questo paradiso: il terremoto.

Ischia

Un evento unico nel suo genere, spaventoso nella modalità, catastrofico nella concretezza che smaterializza in un istante l’opera dell’uomo, qualunque essa sia, ovunque sia stata eretta. Le isole Flegree ne sono da sempre testimoni.

La paura, il terrore che genera nell’animo e nei cuori della gente costretta a subire il cataclisma, è un coacervo di ansie e sensazioni che, chi ha avuto la sfortuna di vivere quei terribili ed interminabili secondi di morte, riuscendo non si sa come a soppravvivere, non potrà mai scordare, nè mai potrà dimenticare i parenti, gli amici ed i tanti conterranei inghiottiti in un attimo dalla ferocia della natura.

L’Italia tutta è da sempre interessata da questo fenomeno, terra di vulcani e di fragilità nascoste, quasi a voler simboleggiare le caratteristiche dei suoi abitanti, tanto focosi d’animo, quanto sensibili ed emotivi, quindi da sempre consci della vulnerabilità dell’esistenza umana e da tutto quello che la circonda.

Non si può essere preparati di fronte a tale tragedia, anche se per molti di noi è una sorta di fato che ciclicamente si abbatte sulle nostre vite e per questo non c'è rimedio, ma neppure rassegnazione: ogni volta si ricomincia, si ricostruisce, ci si prepara alle prossime scosse, che inevitabilmente arriveranno, non si sa quando, non si saprà mai prima dove, ma la certezza nel sapere che avverrà, è l’unica costante vera e riconosciuta da tutti, basta aspettare ed intanto continuare a vivere.

terremoto ischia foto storica 1

Quasi una maledizione, ai nostri occhi di ossevatori silenti della storia, appare il pensiero del grande pensatore e filosofo napoletano Giambattista Vico che parlava degli eventi della vita, appartenenti ad una spirale infinita che ciclicamente ripropone gli stessi fatti in epoche diverse, una sorta di destino al quale l’uomo non si può sottrarre, ma soggiacere, non tanto per volontà divina, ma per errori e mancanze proprie.

In qualche modo è il pensiero che corre sul filo dell’anima ogni qualvolta accade un disastro naturale e ci chiediamo se ognuno di noi ha fatto il possibile, nel suo piccolo, per mitigare con i comportamenti quotidiani quello che la furia della natura,prima o poi chiederà dazio per i nostri errori.

Deve anche aver pensato a tutte queste cose, un giovane ragazzo di 17 anni di nome Benedetto Croce rimasto per ore sotto le macerie della sua casa di vacanza a Casamicciola ed estratto dai soccorritori la notte del 28 luglio 1883, nel terremoto più devastante che la piccola cittadina abbia mai conosciuto nella sua millenaria storia. Alle 21,30 di quella sera d’estate, una forte scossa tellurica di tipo ondulatorio e sussultorio, che durò appena 13 secondi, si portò via le vite di ben 1.784 persone, rase al suolo l’80% delle abitazioni danneggiando gravemente il rimanente 20%, tanto che solo una casa in tutto il comune risultò alla fine integra. Si contarono in tutta l’isola circa 2.313 morti e 762 feriti.

terremoto ischia foto storica 2

Casamicciola, un comune che contava sul suo territorio molti alberghi e ristoranti che traevano spazio economico dalle proprietà termali delle acque lì esistenti, fu il sito più colpito e pagò quindi un prezzo altissimo al destino. Gli altri centri abitati colpiti furono Lacco Ameno con 146 vittime, Forio 345, Barano 10 e Serrara Fontana con altri 28.

Il sisma fu avvertito anche a Procida, Pozzuoli e Napoli, raggiungendo il 4°grado della scala Mercalli, mentre ad Ischia si era toccato il 10°grado Mercalli con una magnitudo di 5,8° relativa alla scala Ricther.

Già il 4 marzo 1881, una scossa di 7 secondi aveva provocato a Casamicciola e Lacco Ameno,i due centri più colpiti, un centinaio di vittime ed un numero di feriti imprecisato, ed era questa la prima avvisaglia di quello che accadde in modo più sconvolgente due anni più tardi.

Occorre ricordare che a causa dell’nterruzione del collegamento telegrafico tra l’isola e la terraferma, i soccorsi si attivarono nella notte tra il 28 ed 29 luglio con ritardo, ma i superstiti che erano scampati al terremoto diedero prova di grande altruismo ed in certi casi di vero e proprio eroismo, scavando tra le macerie, di notte in condizioni critiche per i continui crolli dovuti anche alle scosse di assestamento che a centinaia si susseguirono per lungo tempo. Furono alcuni sopravvissuti, benchè feriti, ad estrarre dalle macerie della sua casa di vacanza il giovane Benedetto Croce, gravemente ferito ma ancora in vita, mentre nulla si potè fare per il padre Pasquale e la mamma Luisa, che vennero ritrovati abbracciati alla figlia Maria, anche lei perita quella notte.

Tra i primi ad accorrere presso i ruderi della casa, fu il cugino Paolo Petroni, che poi si incaricò delle sue cure ed assistenza nei mesi successivi, portando a vivere il ragazzino ed il fratello Alfonso, nel comune di San Cipriano Picentino, per poi essere affidati alla tutela del cugino Silvio Spaventa, importante profilo politico legato alla destra storica del tempo, già Ministro dei Lavori Pubblici dal 1873 al 1876, quindi Senatore del Regno. Nei tre anni che rimase presso l’illustre cugino, il giovane Croce ebbe modo di formarsi culturalmente e di avvicinarsi ad ideali tipici della destra liberale.

targa casa benedetto croce

Benedetto Croce era nato a Pescasseroli, in provincia dell’Aquila, anche questo luogo ameno di notevole bellezza e famoso per il clima dolce e temperato, il
25 febbraio 1866, mentre in Italia si susseguivano i preparativi militari che avrebbero portato il neonato Regno ad affrontare come sempre l’antico nemico
austriaco, nella terza guerra per l’Indipendenza. I genitori di estrazione borghese, possidenti abruzzesi da generazioni, di profonda fede cattolica, dalla quale però Benedetto si distacco già nella fase giovanile della sua esistenza, avevano indirizzato il giovane ad una vita di studi, nella speranza che potesse ripercorrere le orme del nonno materno, alto magistrato del Regno delle Due Sicilie.

Benedetto Croce divenne invece con il tempo, un apprezzato filosofo, intelletuale e storico, dando prova di essere anche un riformatore del suo tempo, accostandosi al pensiero di Giovanni Gentile nei primi passi portati avanti dal fascismo, per poi completamente distaccarsi, essendo lui stesso il promotore, con Luigi Einaudi del manifesto degli intellettuali antifascisti.

La sua formazione intellettuale di natura liberista, passò attraverso gli studi di figure come Marx ed Hegel, avvicinandosi alla prosa di Giosuè Carducci, abbracciò anche una parte di poesia che precedette il decadentismo poetico, che la storiografia identificherà come massimo esponente italiano Gabriele D'Annunzio: questa parte della sua esistenza intellettuale fu di fondamentale importanza nel complicato rapporto che lo stesso Croce ebbe con parte della massoneria italiana.

benedetto croce 1

Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia dal 15 giugno 1920 sotto il governo guidato da Giovanni Giolitti, fu sostituito nel medesimo
dicastero il 4 luglio 1921 dal Ministro Orso Mario Corbino. Successivamente al ventennio fascista, fu eletto presidente del Partito Liberale,dopo essere stato Ministro senza portafoglio nel secondo governo Badoglio e membro del secondo governo Bonomi.

Favorevole all’abdicazione di Vittorio Emanuele III a favore del nipote,scavalcando di fatto l’ascesa al “trono di maggio” di Umberto II, nella speranza intima di salvare la millenaria Casa Savoia, nel corso del Referendum successivo votò per della Monarchia. Fu eletto all’Assemblea Costituente ma rifiutò la candidatura a Capo
Provvisorio dello Stato. Rimane tutt’ora una delle più alte figure morali ed intellettuali del nostro Paese, simbolo di certezza e garanzia per tutti coloro che si riconoscono nei valori espressi dai principi basati sulla logica del pensiero e della libertà. Morì a Napoli il 20 novembre 1952. 

Si può quindi ben dire che nè il terremoto prima nè la dittatura dopo, che in modo diverso ferirono la persona, riuscirono a vincere l’integrità dell’uomo.

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