Gio, 21 Nov, 2024

Venti milioni di euro per il restauro dei beni della Fondazione Ordine Mauriziano: Stupinigi e Sant'Antonio di Ranverso

Venti milioni di euro per il restauro dei beni della Fondazione Ordine Mauriziano: Stupinigi e Sant'Antonio di Ranverso

Restauri in corso anche all'abbazia di Staffarda e nel 2024 alla Basilica Mauriziana di Torino

Lunedì 4 dicembre cambio di passo rispetto i miei ambiti abituali, dove non sono mancate le emozioni, tanti saperi e i sapori di un tempo antico il cui fascino è arrivato ai giorni nostri: un press tour organizzato da Noir Studio alla Palazzina di Caccia di Stupinigi e alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso con conferenza stampa e visita al cantiere di restauri per illustrare l'investimento di 20 milioni di euro nel biennio 2023-2024 per il restauro dei beni della Fondazione Ordine Mauriziano.

Palazzina Stupinigi

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, gioiello settecentesco realizzato su progetto di Filippo Juvarra, residenza sabauda patrimonio dell'umanità Unesco, si estende per oltre 31mila mq con 150mila di parco e aree verdi, è stata corte imperiale durante il periodo napoleonico e residenza della Regina Margherita durante la vedovanza. Nel 1919 venne dismessa dalla Corona a favore del demanio con un progetto di trasformazione della destinazione d'uso divenne un Museo di Arte, Storia e Arredamento, nel 1926 fu ceduta all'ordine Mauriziano, detentore dei terreni su cui sorge.

Stupinigi resauri 1

Verrà ripristinato il percorso museale ad anello originale che terminava nella sala dove un tempo era esposta la carrozza napoleonica ora restaurata ed esposta alla Reggia di Venaria, presto ritornerà nella sua collocazione originaria. Progressivamente verranno resi visitabili gli spazi dell'area nord chiusi da circa 10 anni: la Galleria di Ponente, gli appartamenti di Carlo Felice e del Principe di Carignano. Il recupero della Galleria interrata di Levante: uno straordinario impianto di riscaldamento canalizzato, la lavanderia, le cucine, l'approvvigionamento idrico, inoltre ammodernamento e adeguamento della a norma dell'impianto elettrico, rilevazione dei fumi, le norme di sicurezza.

E' iniziato anche il restauro del giardino storico finanziato dall'Unione Europea attraverso i fondi del Next GenerationEU, per la cui riapertura nei primi mesi del 2025, verrà ripristinato il disegno originale di Filippo Juvarra con inserimento delle specie botaniche originali.

Il secondo sito oggetto di visita è stata la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, le precettorie erano strutture medioevali per lo più gestite da religiosi, rette da un Precettore e composte da una chiesa, talvolta abbaziale, con chiostro e alloggio dei monaci, da edifici destinati a foresteria, ospedale, magazzinaggio di prodotti agricoli e un podere, talora ampio diverse centinaia di ettari, con rogge, canali, peschiere e che comprendeva un "giardino dei semplici" dove si coltivavano erbe officinali e curative.

Abbazia Ranverso restauri

Sant'Antonio di Ranverso è uno stupendo edificio gotico, che conserva dipinti murali a firma di Giacomo Jaquerio, maggior esponente di questo stile, proprio qui si trova l'unica sua sigla autografa, risalente al XV secolo. Nella chiesa si trova il polittico della Natività di Defedente Ferrari, capolavoro del Rinascimento. Il sito si trova sulla via Francigena della bassa Valle Susa, era luogo ricettivo e ospizio per cura e rifugio di pellegrini bisognosi, dimostrata dall'antistante “Ospedaletto” dove si curava in particolare l'herpes zoster, il fuoco di Sant'Antonio. Gli Antoniani usavano il grasso di maiale come emolliente per le piaghe provocate dalla malattia, per questo motivo erano autorizzati dal papato ad allevare maiali nei loro possedimenti, gli stessi sono raffigurati in uno degli affreschi all'interno della Chiesa.

Nel 2022 è stato aperto un cantiere pilota sugli affreschi tardo gotici di Giacomo Jacquerio finanziato dalla fondazione CRT e dalla Fondazione Magnetto di Alpignano, che terminerà nel 2024 e riguarderà la parte sinistra del presbiterio, la manica conventuale, la Cappella dell'abate Montchenu, vescovo di Viviers, nominato abate nel 1470, che volle ampliare la chiesa e l'abside, allo stesso periodo risalgono le decorazioni in terra cotta delle facciate della chiesa e dell'ospedale, ed il chiostro, molto suggestivo, poggiato al muro laterale sud.

In un secondo tempo è prevista la sistemazione del corridoio degli Stemmi, che permetterà l'accesso ad altri spazi. E' previsto la rifunzionalizzazione dell'area dell'Ospedaletto che accoglierà una struttura di ristoro/ricettiva, la costruzione di nuovi parcheggi e aree di sosta. Anche qui verrà valorizzato il giardino storico del chiostro, elemento di vitale importanza per questo stupendo luogo nel suo insieme, nel giardino dei semplici venivano coltivate le erbe ed i vegetali per il sostentamento alimentare e per la cura dei malati ivi ospitati.

Una precisazione fondamentale, mentre visitavamo il luogo abbiamo incontrato, in piedi sui trabattelli, alcune restauratrici, gli angeli, spesso dimenticati e mai abbastanza considerati, che con infinita pazienza e costanza riportano all'antica bellezza affreschi, mobili, particolari. Un luogo di una bellezza antica e severa, dove si respira una autentica atmosfera medioevale che la  leggera nevicata ha reso ancora più suggestivo, autentica meraviglia, i restauri in corso le daranno lo splendore che merita!

Va citata la perfetta organizzazione di Noir Studio, impeccabile la guida, Simona Savoldi e la conoscenza di alcuni piacevoli compagni di viaggio.

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