“Life is Pandastic”? A Torino solo licenziamenti: Ravinale, Cera e Busconi attaccano Stellantis. La pubblicità che fa imbestialire

Torino sta celebrando San Giovanni, la festa patronale della città, ma non tutti hanno motivo di festeggiare. Alice Ravinale e Valentina Cera di AVS, insieme a Luca Busconi di Sinistra Ecologista, lanciano un duro attacco contro Stellantis e le istituzioni locali e nazionali, denunciando l’ennesima beffa ai danni dei lavoratori e del settore automobilistico torinese.
«Le prese in giro per lavoratori e lavoratrici Stellantis non finiscono mai: a Torino si sponsorizza la festa di San Giovanni con la promozione di un’auto prodotta in Serbia, mentre a Mirafiori continuano i licenziamenti mascherati da uscite incentivate» affermano. Il riferimento è alla campagna pubblicitaria “Life is Pandastic”, finanziata da Elkann, che promuove la nuova Panda elettrica prodotta non in Italia, ma nello stabilimento di Kragujevac. Mentre a Mirafiori la situazione è tutt’altro che “pandastica”: 610 nuovi esodi incentivati che si aggiungono ai circa 5.000 degli ultimi anni, mentre nel 2024 si è registrato un record negativo con appena 25.000 veicoli prodotti. Un’emorragia di posti di lavoro che, secondo Ravinale, Cera e Busconi, riflette l’assenza di una vera politica industriale per il territorio.
«Le istituzioni – attaccano – tacciono di fronte al declino della capitale dell’auto. Chiediamo a Cirio e Urso di pretendere nuovi modelli da produrre a Torino. È inaccettabile che il Governo criminalizzi gli operai in protesta invece di affrontare la crisi occupazionale».
La critica si estende anche alla Regione Piemonte, accusata di promesse non mantenute: «Ancora nessun sostegno al reddito è arrivato a lavoratori e lavoratrici che guadagnano meno di 1000 euro al mese per colpa della cassa integrazione, nonostante gli annunci della Giunta».
Il j’accuse si conclude con un monito: «Stellantis ha realizzato 5,5 miliardi di utili nel 2025. È evidente che il disinvestimento su Torino e sull’Italia non è frutto della crisi, ma di precise scelte aziendali. Fino a quando non ci sarà un cambio di rotta, qui non ci sarà nulla da festeggiare».