Mer, 16 Lug, 2025

Torino

Stop ai diesel Euro 5 rinviato al 2026: la maggioranza piemontese esulta, AVS: «Proroga-fotofinish, misura nata e rinviata dalla stessa destra»

Stop ai diesel Euro 5 rinviato al 2026: la maggioranza piemontese esulta, AVS: «Proroga-fotofinish, misura nata e rinviata dalla stessa destra»

Il divieto di circolazione per le auto e i veicoli commerciali diesel Euro 5 nella Pianura Padana slitta di dodici mesi. Un emendamento alla legge di conversione del decreto Infrastrutture sposta l’entrata in vigore dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026 e restringe il provvedimento ai soli comuni con più di 100 mila abitanti; le Regioni, inoltre, potranno sostituire il blocco con interventi alternativi in grado di garantire lo stesso taglio delle emissioni. 

Carlo Riva Vercellotti Capogruppo Fdi Consiglio Regionale PiemonteCarlo Riva Vercellotti (FdI)

Per Fratelli d’Italia del Piemonte è «una svolta che ridà ossigeno reale a famiglie, imprese, artigiani e lavoratori», come si legge nella nota firmata dal capogruppo Carlo Riva Vercellotti, dal vicecapogruppo Roberto Ravello e dalla vicepresidente della Commissione Ambiente Daniela Cameroni. «La transizione non può essere fatta sulla pelle dei più deboli: l’ideologia è sempre nemica della crescita», affermano, definendo il rinvio «un argine alla deriva divietista del Green Deal». Il partito di maggioranza si dice pronto a sostenere «soluzioni alternative, coerenti e non punitive» che tengano insieme sviluppo e tutela ambientale

Sergio Bartoli lista CirioSergio Bartoli (Lista Cirio)

Accoglie con favore il rinvio anche Sergio Bartoli, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale del Piemonte: «È una scelta che ci dà il tempo di costruire un’alternativa efficace, che tuteli la salute senza generare nuovi disagi sociali». Bartoli annuncia un confronto con Comuni, autorità sanitarie e operatori del settore «per individuare incentivi al rinnovo del parco veicoli, potenziamento della mobilità elettrica e interventi sull’efficienza energetica». «Il Piemonte ha le carte in regola per diventare un modello di transizione intelligente: senza imposizioni, ma con partecipazione e realismo», conclude. 

Alice Ravinale AVSAlice Ravinale (AVS)

Durissima la replica di Alice Ravinale (AVS) che bolla come «trionfalistici» i toni: «Ricordiamo che la norma l’ha introdotta proprio la destra nel 2021 per rispondere alle procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria. Ora la rinviano al photofinish per la seconda volta e la restringono alle sole città sopra i 100 mila abitanti, come se l’inquinamento restasse nei confini di Torino». 

Ravinale parla di «ennesimo pasticcio» e di cittadini «indotti a cambiare auto senza motivo o, in alternativa, costretti a respirare aria insalubre». AVS chiederà la prossima settimana in Aula «chiarimenti sulle misure compensative» che l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati dovrà presentare per evitare il blocco.

Cosa cambia da oggi?

Inanzitutto il blocco strutturale scatta il 1° ottobre 2026, non più nel 2025. La restrizione limitata ai centri urbani con oltre 100 mila residenti, esclusi i comuni medi e piccoli. Le Regioni potranno inserire misure compensative (incentivi, filtri industriali, ZTL rafforzate) in luogo del divieto se garantiranno i tagli alle emissioni imposti da Bruxelles. Infine, le aree interessate saranno Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, quelle a più alta concentrazione di CO₂ in Italia secondo l’ISPRA. 

La posta in gioco

Il rinvio scongiura, almeno per ora, l’“impatto sociale” che secondo Confindustria Padana avrebbe coinvolto circa 1,3 milioni di veicoli solo in Piemonte. Ma l’Italia resta esposta alle procedure d’infrazione Ue per il superamento dei limiti di biossido di azoto: il tempo guadagnato dovrà quindi essere investito in incentivi e infrastrutture, altrimenti – avvertono fonti del ministero dell’Ambiente – nel 2026 scatterebbero sanzioni ancora più severe.

La partita si sposta ora nelle Regioni, chiamate a redigere entro la fine dell’anno piani di qualità dell’aria "coerenti con i vincoli europei" e, al contempo, politicamente digeribili per territori dove il diesel è ancora la motorizzazione più diffusa.

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