Il sindaco Marsaglia fa anche un passaggio sull'aeroporto «onoriamo le vittime, ma non demonizziamo l'aeroporto, fonte di sviluppo per il territorio»
Un'incontro sul filo dei ricordi tra emozioni e commozione. Questo e molto di più è stata l'iniziativa organizzata sabato 16 dicembre in Sala Cervi per fare memoria dell'incidente aereo del 1 gennaio 1974 che "graziò" Caselle provocando, però la morte di 38 persone, tutti cittadini sardi che rientravano nelle loro sedi di lavoro dopo le feste natalizie.
L'aereo un Fokker 60 dell'Itavia, piccola compagnia aerea italiana che ha finito ingloriosamente la sua attività nel 1980 dopo la strage di Ustica, era partito da Cagliari Elmas quella mattina e dopo uno scalo a Bologna era ripartito per Torino per un altro scalo per poi concludere il volo a Ginevra, ma in fase di avvicinamento all'aeroporto di Caselle per cause mai accertate (o forse sì ma mai rese note) come ha spiegato dal palco Giancarlo Colombatto di ASA 2000 l'associazione che ha collaborato - come pure Circolo Fotografico che ha realizzato un video, Alpini, Pro Loco, Istituto Comprensivo e Sagat - ha incomprensibilimente urtato delle piante schiantandosi poi su un prato e parzialmente su un cascinale, in regione Accossato, a pochi centinaia di metri dal centro abitato ed in particolare dalle cosiddette "Case Fanfani". Avrebbe portuto essere una strage ben più grave, per fortuna per Caselle non lo fu, anche se la città quel tragico giorno, forse il più grave della sua storia dal dopoguerra ad oggi, quelle vittime le ricorda da sempre con una lapide al cimitero comunale.
Sono passati 50 ormai e la città non può e non vuole dimenticarlo quel giorno. E' stato così che l'Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Marsaglia ha scelto di accogliere la proposta di Endrio Milano del Gruppo Progetto Caselle 2027 e di creare un tavolo di lavoro con le associazioni del territorio per creare l'incontro di sabato e una bellissma mostra (visitabile fino al 31 gennaio) non solo con le foto di quel incidente, ma anche sull'evoluzione dell'aeroporto con tanti modellini di aerei, pannelli esplicativi e due proposte progettuali per allestire la rotonda in via degli Alpini e continuare a fare memoria di quelle vittime.
Il filo dei ricordi
Dopo una breve introduzione è stato proprio Marsaglia, allora bambino di appena 11 anni, ad aprire la carrellata di ricordi «quando si sparse la voce che un aereo era cduto su Caselle, con mio papà andammo a vedere cosa fosse successo. Non ricordo molto di quel giorno, solo la confusione di gente che ormai si era assiepata sul bordo della strada e quel terribile odore di carne bruciata che mi sono portato dietro per anni. Le operazioni di soccorso erano già in corso e per non imbrogliare ce ne andammo».
Poi sul palco è salito Luciano Dematteis, attuale presidente di Anpass Piemonte e a quel tempo giovane soccorritore volontario della Croce Verde di Torino «quando ci arrivò la chiamata eravamo in sede e avevamo appena finito pranzare. Con l’ambulanza partimmo a sirene spiegate senza sapere cosa avremmo trovato. Allora il sistema di soccorso era molto diverso da oggi. Eravamo assolutamente impreparati ad affrontare una cosa così grossa. Giunti a Caselle, c’erano già i vigili del fuoco che avevano cosparso tutto di schiuma per spegnere l’incendio che si era sviluppato e mentre procedevamo verso quel velivolo che si era spaccato in due con la parte posteriore a gambe all’aria e il carrello già fuori per l'atterraggio e la cabina di pilotaggio puntata verso l’alto, come se dovesse ripartire, ci accorgemmo che stavamo camminando in mezzo a corpi carbonizzati, semi carbonizzati e mutilati. Una scena che è impossibile dimenticare anche a distanza di 50 anni. E poi quell'odore di carne carbonizzata che mi ha impedito per anni di mangiare la carne alla brace. Non abbiamo potuto fare gran che quel giorno se non cercare i pochi superstiti che vagavano disorientati e in preda al panico e assisterli».
Un racconto pieno di emozione cui ha fatto seguito uno ancor più intenso: quello dei due vigili del fuoco volontari del distaccamento di Caselle, arrivati tra i primi sul luogo.
«Mai fino ad allora avevano visto una cosa del genere - ha raccontato Pio Ziano -. Allora più che altro ci occupavamo di incendi fienili, apertura di porte. Cose piccole, insomma. Quel giorno ero a casa quando mi arrivò la chiamati, presi la bicicletta per raggiungere il prima possibile il distaccamento e infilarmi la divisa. Arrivato mi resi conto che i colleghi erano già partiti e per fare in fretta con il camion avevano preso lo spigolo perdendo il paraurti. Infilai la bicicletta e cominciai a pedalare a tutta velocità, solo arrivato sul posto però mi sono realmente cono della gravità della situazione. Quel incidente ha lasciato un segno profondo nella mia memoria anche perchè ci toccò recuperare i cadaveri e infilarli nei sacchi. Una cosa terribile».
Dario Pidello, sopraffatto dall'emozione ha preferito leggere, ma la commozione ha preso il sopravvento in più di un'occasione e qualche lacrima è sgorgata dagli occhi di più d'uno dei presenti in sala, compresa la sottoscritta, a dimostrazione che questi uomini ed ora anche donne che dedicano volontariamente il loro tempo e le loro energie sottraendole alle loro famiglie, tutto gratuitamente, hanno un gran cuore e dovremmo imparare ad aver maggior rispetto per il lavoro che ci "regalano" quotidianamente.
L'ultimo a salire sul palco è stato Urbano Bertino che quel giorno ha scattato la maggior parte delle foto oggi esposte in quella mostra, a futura memoria. Presente in sala anche Ronsille Macario Ban che abitava nella cascina in regione Accossato e allora aveva appena 7 anni, ma ricorda tutto benissimo.
La mostra
E' compta di numerosi pannelli che non solo ricordano la tragedia ma anche l'evoluzione dell'aeroporto, dal primo volo ormai quasi 70 anni fa, tanti bellissimi modellini di aerei che dallo scalo sono partiti e arrivati e il plastico dell'aeroporto così com'è attualmente. Ma per avere maggiori dettegli vi consigliamo la visione del video al link https://youtu.be/SziflIKBnfk
Sono esposte anche le due proposte progettuali per la rotonda che dovranno essere votate dai cittadini sul sito del Comune di cui vi forniremo al più presto il link
La presenza dell'aeroporto non va demonizzata
Questo è il messaggio chiaro e netto di Marsaglia che oltre ad esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie che persero i loro cari in quel tragico incidente ha aggiunto «nonostante la triste vicenda del passato, desidero sottolineare l'importanza strategica e fondamentale dell'aeroporto nel nostro territorio. L'aeroporto rappresenta un elemento essenziale per l'interconnessione, contribuendo significativamente al progresso economico, sociale e culturale della nostra comunità. E' mio dovere come sindaco riconoscere la dualità di questo contesto, onorando la memoria delle vittime dell'incidente aereo e contemporaneamente riaffermando l'importanza dell'aeroporto per il benessere e lo sviluppo della nostra comunità».
E ha concluso «la mia Amministrazione si impegna garantire la massima attenzione per il rispetto della memoria di quanto accaduto nel 1974 e, al contempo, lavoreremo attivamente per verificare la gestione dell'aeroporto che rispetti gli standard più elevati di sicurezza e che favorisca un'armoniosa convivenza tra l'attività aeroportuale e le esigenze della popolazione locale».
E infine esprime un desiderio: che il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, vengano a Caselle a visitare la mostra. In effetti, sarebbe un bel gesto di attenzione al teritorio che ospita l'aeroporto.