Fa centro ancora una volta la tradizionale festa di Sant'Antonio Abate protettore degli agricoltori e degli animali. Questa mattina, domenica 12 gennaio, la città si è svegliata al suono festoso dei clacson dei circa 70 trattori che da piazza Merlo hanno raggiunto in corteo le centralissime piazza Boschiassi e via Cravero per ricevere, al termine della messa, celebrata da don Marco, la benedizione per quello che sarà il lavoro di un intenso anno.
Presente, come sempre il sindaco Giuseppe Marsaglia accanto all'assessore Stefano Sergnese, al presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, al segretario di zona Pier Mario Barbero, ai carabinieri e a tanti comuni cittadini che hanno portato i loro cani per ricevere la benedizione, ma anche per ammirare i giganti che ogni giorno lavorano nei campi intorno alla città che mantiene viva la sua tradizione agricola con aziende di eccellenza. Presente anche la consigliera regionale, Paola Antonetto.
Ma il merito di questa giornata, che al pranzo nelle sede degli Alpini, ha avuto la partecipazione record di 270 commensali, va tutto a loro: ai giovani agricoltori del Comitato Sant'Antonio Abate che non solo hanno saputo organizzare un'impeccabile giornata di festa, ma che dai loro nonni e genitori hanno raccolto il testimone e con grande passione ed impegno portano avanti un lavoro indispensabile per la sopravvivenza di tutti. E, nonostante, le enormi difficoltà: la crisi economica causata da due guerre in corso, l'aumento della materia energia e i prezzi sempre meno consoni realizzati dai produttori. Giovani che stanno offrendo un grande esempio di resilienza e amore per la terra.
A loro va il ringraziamento di tutta la comunità, che troppo spesso, non si rende neppure conto di quanto la loro attività sia fondamentale.
Il culto di Sant'Antonio è antichissimo e diffuso in tutta italia, a Caselle da sempre si festeggia la domenica dopo l'Epifania. Inizialmente legato al maiale per un miracolo del Santo, divenuto nella cultura popolare un metodo per curare il “fuoco di Sant’Antonio", si è poi esteso a tutti gli altri animali domestici e non, e a Sant’Antonio Abate sono devoti anche tutti i contadini che lo venerano più di ogni altro. Anche oggi, di fronte ad una agricoltura tecnologica, non c’è paese che non lo celebri.