Quello che si presentava come uno spazio dedicato a eventi musicali e culturali era, secondo gli inquirenti, il fulcro di attività di propaganda neofascista. La sede “Edoras”, in via Tibone 2 a Torino, riconducibile al movimento Avanguardia Torino, è stata sequestrata dai ROS dei Carabinieri nella mattinata di lunedì 7 luglio. Diciassette militanti risultano attualmente indagati.
Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Torino come misura preventiva, facendo riferimento alla legge Scelba del 1952 che vieta manifestazioni apologetiche del fascismo e punisce l’istigazione all’odio razziale, etnico e religioso.
Le indagini, avviate nel 2024, hanno portato alla luce quello che la procura di Torino definisce un vero e proprio centro di esaltazione dell’ideologia fascista. Secondo gli inquirenti, nella sede si sarebbero svolti eventi a cui avrebbero partecipato attivisti italiani e stranieri. Durante questi incontri sarebbero stati celebrati principi, pratiche e simboli riconducibili al disciolto partito fascista e a movimenti nazisti, con contenuti di matrice razzista e antidemocratica.
Nell’ordinanza firmata dal Gip si sottolinea la necessità del sequestro «per evitare che la libera disponibilità dei locali agevoli la commissione di nuove e analoghe condotte di reato».
Il movimento non ha tardato a reagire con una nota ufficiale, diffusa tramite i propri canali: «Quanto accaduto oggi ai danni del nostro movimento non è altro che l’ennesima dimostrazione del trattamento repressivo riservato, in Italia e in Europa, a tutti i Patrioti che non si arrendono e continuano a difendere la propria terra, denunciando i danni dell’immigrazione di massa o la dittatura del pensiero unico progressista».
Nel frattempo, sui profili social di Avanguardia Torino, è comparso un post commemorativo per il compleanno di Sergio Ramelli, giovane militante neofascista ucciso nel 1975. In un altro contenuto, riferito al referendum del 7 giugno sulla cittadinanza italiana, si fa riferimento alla “sostituzione etnica”, termine già al centro di polemiche e condanne per la sua connotazione razzista.