Un’inchiesta interna, una rete di furti organizzata durante la notte, e un danno economico che potrebbe superare i 100.000 euro. È quanto sta emergendo in queste settimane alla Prasco Spa, storica azienda di Leinì specializzata in ricambi per auto, fondata nel 1989 da Franco D’Amato e oggi leader del settore a livello europeo, con 200 dipendenti totali e 80 impiegati nella sede leinicese di via Volpiano.
Tutto è cominciato lo scorso dicembre 2024, quando in modo del tutto casuale i vertici aziendali hanno iniziato a sospettare che qualcosa non andasse nei movimenti di magazzino. «Ci siamo accorti di alcune anomalie quasi per caso – racconta Cristina D’Amato, figlia del titolare e attiva nella gestione dell'imresa di famiglia – e da lì abbiamo iniziato a indagare, anche affidandoci a un’agenzia investigativa privata».
Attraverso le telecamere di sorveglianza e controlli più serrati, la direzione ha iniziato a ricostruire la dinamica dei furti: durante il turno notturno, un dipendente della cooperativa PLS (completamente ignara del comportamento del suo lavoratore), che si occupava dei servizi logistici, prelevava pezzi di ricambio dal magazzino e il giorno successivo li spediva da un ufficio postale locale a clienti sparsi in tutta Italia. Tutto documentato dai filmati ora nelle mani dei Carabinieri di Leinì, intervenuti dopo la denuncia della società.
Il blitz decisivo è scattato nella notte del 16 aprile, al termine del turno del dipendente. I militari lo hanno seguito fino a casa, dove è scattata una perquisizione: all’interno dell’abitazione sono stati trovati ricambi per un valore di circa 6.000 euro.
Ma l’indagine ha fatto emergere scenari ben più gravi.
«In base a quanto i nostri addetti non sono riusciti a prelevare perché i pezzi mancavano nelle posizioni indicate dal gestionale – spiega ancora Cristina D’Amato – stimiamo un valore di circa 15.000 euro, solo per quelle operazioni. Questo ci fa pensare che il totale possa arrivare a 100.000 euro o anche molto di più. Lo potremo sapere solo dopo un inventario fisico completo. Al momento non sappiamo quando siano davvero cominciati i furti: di sicuro già dalla fine del 2023, ma potrebbe anche essere stato prima».
E se la scoperta del ladro notturno ha già portato alla sua denuncia, le indagini sono tutt’altro che concluse. Secondo indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni, non sarebbe l’unico indagato. I Carabinieri starebbero infatti passando al vaglio anche la posizione di alcuni dipendenti interni della Prasco, sospettati di aver fatto da basisti o comunque di aver coperto le attività illecite.
«Ci fa male pensare che tra i nostri lavoratori ci possa essere qualcuno coinvolto – ammette con amarezza Cristina –. Abbiamo sempre cercato di valorizzare tutti, pagando anche la quindicesima e riconoscendo premi. Questo tradimento ci ferisce profondamente».
Ora gli inquirenti dovranno ricostruire l’intero circuito di ricettazione: a chi venivano spediti i pezzi rubati, come venivano rivenduti, e se sia possibile risalire ai destinatari per tentare almeno un parziale recupero del materiale.
Una vicenda che scuote il mondo produttivo del torinese e che solleva nuove domande sulla sicurezza nelle aziende e sulla gestione delle cooperative esterne nei turni notturni.