Dubbi eperplessità per una dieta in cui le proteine animali sono mescolate con patate e tapioca
Alcuni anni fa sono comparsi in Italia i primi mangimi "grain free". All’epoca, questi mangimi avevano stupito tutti non tanto per l’assenza di cereali, quanto per l’elevata percentuale proteica. Percentuali di proteine superiori al 40% erano una novità: i mangimi per cuccioli e cani sportivi sfioravano a malapena il 30%.
È probabile che le formule grain free siano nate come risposta dell’industria mangimistica ad una richiesta di maggiore “naturalità”, la stessa filosofia che porta molte persone ad avvicinarsi ad una dieta BARF che vede il cane (quasi) come un lupo e che si auspica che il cane, al pari del suo antenato, segua una dieta a base di carne. In effetti, sin dall’inizio le formule grain free sono state presentate come “più naturali”, e più vicine a un’ipotetica dieta ancestrale. La stessa confezione fa spesso riferimento al lupo e si basa su illustrazioni che rimandano a foreste e vita selvaggia. Anche le crocchette per il gatto non si discostano molto da quelle delle cane.
Affascinati da miti e illustrazioni, tuttavia, molti proprietari hanno finito con il confondere una crocchetta “priva di cereali” con una “priva di carboidrati”. I carboidrati nelle crocchette grain free c’erano eccome: non arrivavano da frumento, orzo, mais e riso, ma arrivavano da patate, patate dolci e tapioca.
Qui crolla il primo mito: se per il cane non è naturale nutrirsi del tanto demonizzato mais…avete mai visto un lupo nutrirsi di patate, o tapioca? Cosa e perché ha trasformato i cereali in nemici da combattere? Sicuramente anche per gli esseri umani, soprattutto in alcuni paesi, si è spesso fatto leva sulla paura per fenomeni di ipersensibilità scatenati dal glutine (proteina presente in molti cereali).
Anche se ancora non sono chiari tutti i meccanismi incriminati, è assolutamente plausibile che il glutine, così come altre proteine, sia un fattore scatenante dei fenomeni di ipersensibilità, di cui tuttavia i primi accusati sono gli agenti tossici (metalli pesanti, residui di fitofarmaci, conservanti e coloranti…) presenti in ogni alimento industriale, che sia con o senza cerali, secco o umido, che causerebbero disbiosi, o alterazioni dell’integrità della mucosa intestinale. (Fonte: M. Mayer 2021)
Le leggi del mercato, tuttavia, fanno sì che la domanda condizioni l’offerta: se il cliente vuole crocchette grain free ed è disposto a pagare di più per questi alimenti, poiché li ritiene migliori, perché non accontentarlo?
Resta inoltre il nodo del valore biologico delle proteine. Una proteina di origine animale, proveniente dalla carne, dal pesce o dalle uova, è molto più semplice da processare rispetto ad una proteina di altra origine. È lecito domandarsi, visto che di carnivori “adattati” si parla se percentuali proteiche elevate, ma derivanti in buona parte da proteine di origine vegetale (basso valore biologico), siano salubri. Per questo spesso i cani e i gatti alimentati con mangimi grain free hanno feci poco formate, presentano meteorismo e diarrea.
Ultimo, ma non ultimo, i legumi, come molti alimenti di origine vegetale, ma in proporzioni più elevate rispetto alla maggior parte di essi, sono composti anche di fattori antinutrizionali, vale a dire che impediscono il corretto assorbimento e/o utilizzo da parte del cane e del gatto dei nutrienti presenti nella dieta.
Per quel che riguarda il cane inoltre, nella nascita di questa specie dal lupo, non possiamo dimenticare la fondamentale tappa intermedia del “cane da villaggio” creatura assai più simile alla maggior parte dei cani moderni di quanto non lo siano i lupi canadesi. Durante i millenni di domesticazione, questi cani sono stati sostanzialmente spazzini che si nutrivano dei rifiuti del villaggio. Sappiamo da recenti evidenze scientifiche (Beuchat, 2018) che l’organismo del cane si è adattato a digerire gli amidi dei cereali.
Possiamo dire lo stesso dei legumi? Formati da amidi più complessi da digerire rispetto ai cereali, oltre che ricchi di fibre e fattori antinutrizionali che possono interferire negativamente con la salute del nostro cane o gatto, sono davvero la scelta migliore per loro?