La paura dei serpenti è antica quanto l’uomo, e il timore di un incontro ravvicinato con una vipera durante una passeggiata in campagna è comprensibile. Ma è altrettanto importante distinguere tra realtà e pregiudizio: in Italia, la maggior parte dei serpenti è del tutto innocua.
Il nostro territorio ospita infatti diverse specie non velenose, appartenenti alla famiglia dei colubri. Tra queste ci sono la natrice dal collare, il biacco e il cervone, tutte assolutamente innocue per l’essere umano. Anche l’orbettino, spesso confuso con un piccolo serpente, è in realtà una lucertola priva di zampe e altrettanto innocua.
La vipera è l’unica specie potenzialmente pericolosa in Italia, ma anche in questo caso, i morsi sono rari e raramente letali. Il più delle volte, il serpente si allontana prima ancora che ci si accorga della sua presenza.
Purtroppo, la paura porta spesso a reazioni estreme, come l’uccisione immediata dell’animale. Un gesto non solo ingiustificato, ma anche dannoso. I serpenti, infatti, svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi: sono predatori naturali di roditori come topi e arvicole, proteggendo così le coltivazioni e contribuendo all’equilibrio ambientale.
Uccidere un serpente, oltre a essere un errore etico ed ecologico, è anche un reato. Il Codice Penale, all’articolo 727, tutela questi animali, prevedendo sanzioni e perfino pene detentive per chi li molesta o li uccide.
Conoscere è il primo passo per rispettare. Impariamo a riconoscere le specie, a non temerle irrazionalmente e, soprattutto, a convivere con loro nel rispetto della natura.