Il dragoncello, conosciuto anche come estragone, dragone, tarfone o serpentaria, è una pianta aromatica perenne dal gusto inconfondibile, leggermente amaro. Originaria della Russia meridionale e della Siberia, è oggi apprezzata e utilizzata in cucina in gran parte del mondo.
Caratteristiche botaniche
Il dragoncello si presenta con foglie sottili, brillanti e di un verde intenso, mentre i suoi fiori, piccoli e giallognoli, si raccolgono in pannocchie leggere. Le varietà principali sono due: dragoncello russo o siberiano, più resistente ma meno profumato; dragoncello francese, più delicato nella coltivazione ma dal sapore molto più aromatico. In Italia può essere coltivato con facilità negli orti e nei giardini, ma difficilmente cresce in forma spontanea.
Proprietà nutrizionali
100 grammi di dragoncello apportano circa 295 calorie, grazie al contenuto equilibrato di proteine, carboidrati e grassi. Non contiene colesterolo né alcol, mentre l’apporto di fibra alimentare è ridotto. Dal punto di vista nutrizionale, spiccano: vitamine B6 (piridossina), folati, vitamina C, B2 e B3; minerali: calcio, potassio, magnesio e fosforo.
Benefici per la salute
Un consumo regolare di dragoncello può offrire diversi vantaggi:
- Digestivo: un infuso dopo i pasti favorisce la digestione.
- Carminativo: aiuta a ridurre gonfiori e meteorismo.
- Antisettico: utile contro mal di gola e piccole infezioni.
- Diuretico e depurativo: facilita l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
- Antinfiammatorio: attenua dolori ai denti e fastidi del cavo orale.
- Esaltatore di sapidità: permette di ridurre l’uso del sale nei piatti.
- Stimolante dell’appetito: ideale per chi soffre di inappetenza.
Controindicazioni
Generalmente sicuro, il dragoncello va consumato con moderazione in alcuni casi: in gravidanza, per i potenziali effetti abortivi; se si assumono farmaci anticoagulanti; in caso di allergia alle Asteraceae, con possibili reazioni cutanee o respiratorie.
Usi in cucina
Il dragoncello è un alleato prezioso ai fornelli: esalta piatti a base di uova, carne, pesce, patate, pomodori, asparagi e cipolle; è ingrediente chiave della salsa bernese e della salsa tartara; è protagonista della salsa al dragoncello senese, preparata con aglio, pane ammollato in aceto e olio extravergine d’oliva; si abbina bene a formaggi freschi e creme spalmabili, perfetto per condire tramezzini in alternativa alla maionese.
Curiosità e leggende
L’origine del nome “dragoncello” è avvolta da diverse teorie. Una leggenda senese narra di una giovane che chiamò così la pianta nata per caso, in ricordo del suo amore per un cavaliere francese durante l’occupazione napoleonica; secondo altri, la forma del cespuglio e delle radici ricorda un piccolo drago; un’ulteriore tradizione popolare lega il nome al potere attribuito alla pianta di proteggere dai morsi dei serpenti velenosi.