Mar, 30 Apr, 2024

Il coraggio, la determinazione e le gesta straordinarie di Giorgio Perlasca rivivono nella nella scuola di Borgaro

Due incontri con il figlio Franco Franco e la nuora Luciana, per raccontare la storia di un uomo semplice che salvò 5.000 ebrei

Se fosse stato di origine americana, la sua storia, incredibile quanto straordinaria, avrebbe sicuramente dato origine a serie televisive di successo, per non parlare di kolossal hollywoodiani, dove, guerra, eroismo, solidarietà, ma anche astuzia, coraggio, determinazione, avrebbero trovato mirabilmente compimento in un solo personaggio.

Invece per l’italiano Giorgio Perlasca, colui che salvò oltre 5000 ebrei ungheresi, sotto le mentite spoglie di un ambasciatore spagnolo, cadde un lungo, lunghissimo oblio, che solo grazie alla sagacia di giornalisti come Enrico Deaglio e Gianni Minoli, nei primi anni novanta del secolo scorso, furono portate alla conoscenza del grande pubblico, le gesta straordinarie di un uomo semplice, che seguì la sua coscienza, quando altri preferirono ascoltare la voce dell’odio, della crudeltà e dell’indifferenza. Un uomo, che grazie al suo eroismo e coraggio, può a fregiarsi del titolo di “Giusto fra le Nazioni”, oltre ad altri, numerosi e significativi riconoscimenti in diverse parti del mondo.

Giorgio Perlasca nato nel 1910, è scomparso ormai da molto tempo, ma non fortunatamente gli echi delle sue straordinarie imprese e della sua memoria. Per merito del figlio Franco e della moglie Luciana, da tempo, grazie anche
all’istituzione di una Fondazione che porta il suo nome, non esitano a spostarsi in tutta Italia e all’estero, per continuare a mantenere vivo il ricordo delle gesta e dell’impegno di questo semplice, comune italiano, che pur non appartenendo a partiti, organizzazioni, centri di potere, ma solo con il coraggio dettato dalla forza della coscienza, e senza esitare e mettere in pericolo la sua vita, riuscì a sottrarre ai nazisti tedeschi e fascisti ungheresi, migliaia di ebrei inermi, la cui sorte sarebbe stata sicuramente quella di finire nei campi di sterminio.

Per merito dell’Istituto Comprensivo borgarese e della sua dirigente, Lucrezia Russo, i docenti e la comunità scolastica, insieme alle famiglie, hanno avuto l’opportunità di conoscere direttamente dalle parole di Franco e Luciana, lucide, appassionate, e senza alcuna forma di enfasi o retorica, le vicende umane e personali che portarono Giorgio Perlasca a prendere delle decisioni fondamentali, a Budapest, a partire dall’autunno del 1944, dove non si contavano più
le violenze ed i massacri ai danni degli ebrei, perpetrati dai nazisti e dai loro fedeli aguzzini appartenenti alle Croci frecciate.

Pagine di storia, di vite vissute, di tragedie, di orrori, ma anche di grandi slanci di solidarietà. Sentimenti non sempre così diffusi e condivisi in quei giorni di guerra. 

La settimana scorsa, per due giorni, il 25 ed il 26 marzo, ospiti della comunità scolastica borgarese, Franco e Luciana, hanno avuto la possibilità di raccontare, prima agli adulti e poi ai ragazzi di terza media, le vicende che portarono Giorgio Perlasca, un semplice commerciante di carne, ormai su posizioni critiche verso il fascismo, nonostante avesse combattuto nel ruolo di entusiasta volontario proprio nella guerra d’Etiopia e quella civile spagnola, da cui trarrà l’eterna gratitudine del Generalissimo Franco, a diventare uno dei principali protagonisti nelle operazioni di messa in sicurezza di tanti rifugiati ebrei, ospiti delle Legazioni a Budapest.

Gli incontri sono stati emozionanti e nello stesso tempo carichi di interesse da parte dei presenti. Nella serata di lunedì 25 marzo, molti docenti e genitori, hanno ascoltato, alcuni, per la prima volta, la storia incredibile di Giorgio Perlasca, con grande empatia e partecipazione. Alla serata non ha voluto fa mancare la sua presenza, come nella mattinata successiva il sindaco Claudio Gambino.

«E’ stata veramente una occasione importante quella che abbiamo avuto modo di vivere – ha commentato il primo cittadino – la storia di Perlasca valica i confini del tempo e le barriere ideologiche, arrivando intatta fino ai giorni nostri, con la sua straordinaria carica di umanità».

Soddisfatta per il grande consenso ottenuto la dirigente Lucrezia Russo «un altro importante momento educativo è stato vissuto dagli studenti della nostra scuola. Con la presenza del figlio e della nuora di Giorgio Perlasca “Giusto fra le Nazioni”, Franco e Luciana, abbiamo potuto conoscere ed approfondire l’incredibile storia di quest’uomo che salvò più di 5000 ebrei ungheresi, alla fine del 1944, dal vortice della Shoah, e dei suoi aguzzini nazisti ed ungheresi. Dalle parole di Franco, con  grande emozione, siamo entrati nella tragedia di quell’epoca. La serata del 25 marzo è stata dedicata ad un incontro aperto ai docenti ed ai genitori, che hanno seguito con grande interesse ed attenzione le vicende di Giorgio Perlasca. Il giorno successivo, la mattinata del 26 marzo è stata riservata all’incontro con gli studenti delle classi terze, i quali hanno dato vita a diversi momenti musicali e di confronto con Franco e Lucana Perlasca. Due momenti formativi straordinari per la città di Borgaro e per la sua comunità scolastica. Oltre a ringraziare i coniugi Perlasca, per la grande disponibilità manifestata, desidero ringraziare il sindaco di che ha partecipato ad entrambi gli incontri, il parroco don Alessandro Martini, anch’egli presente nella mattinata di martedì, infine un ringraziamento lo rivolgo a Davide Aimonetto, giornalista e graduate presso lo Yad Vashem di Gerusalemme, che ha moderato gli incontri di entrambe le giornate.»

E conclude «un ringraziamento forte desidero rivolgerlo ai docenti che hanno, nelle varie fasi, preparato magistralmente i ragazzi all’incontro, dall’esecuzione dei momenti musicali e di riflessione, fino ai momenti più emozionanti, vissuti dai presenti con grande empatia e partecipazione collettiva. Ancora una volta la scuola di Borgaro, ha svolto la missione affidatagli: fornire gli strumenti di comprensione e conoscenza democratica, per contribuire alla crescita culturale ed educative dei suoi studenti e delle sue studentesse. Con queste due intense, significative giornate, siamo certi di aver raggiunto tale obiettivo».

Soddisfatti della trasferta borgarese, anche i coniugi Perlasca «abbiamo sentito una grande partecipazione attorno all’esperienza vissuta da mio padre – osserva Franco Perlasca – Borgaro, il sindaco, il parroco e la comunità scolastica tutta, ci ha accolto con grande affetto. Ci ha fatto sentire come a casa, ma ancor di più, che le vicende di mio padre Giorgio hanno ancora un grandissimo valore e rappresentano un insegnamento per tutti coloro che credono nella giustizia e nel rispetto degli altri».

 

 

 

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