Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Non è la prima volta che il Consiglio comunale viene disertato dai consiglieri di maggioranza e riconvocato in seconda battuta. È accaduto questa estate a luglio quando è mancato il numero legale sia in prima che in seconda convocazione, perché i lavori in programma potessero proseguire (9 voti più il sindaco) ed è accaduto di nuovo.
Ieri sera, 30 settembre, si sarebbero dovuti tenere i lavori del parlamentino venariese, ma il sindaco Fabio Giulivi con la maggioranza, che fino ad ora ha sempre votato all’unanimità i suoi ordini del giorno, si è ritrovata ancora una
volta i banchi vuoti. Niente numero legale, niente Consiglio comunale.
In aula, infatti, presenti soltanto 10 su 16 consiglieri (il numero minimo per mantenere la seduta è 13 ). La seduta così è stata sciolta e il Consiglio rimandato a questa sera. E dire che tra i punti importanti dell’ordine del
giorno da discutere: e approvare c'è niente di meno che l’approvazione del bilancio d'esercizio 2023.
E questa volta la minoranza chiede a Giulivi di cessare il suo mandato e staccare la spina, accusando la maggioranza di non essere più in grado di governare la città e di portare avanti i lavori.
«Per l’ennesima volta, la Giunta Giulivi si è trovata nell’impossibilità di proseguire i propri lavori, con il Consiglio Comunale che è stato nuovamente annullato a causa della frattura insanabile, ormai evidente, all'interno della maggioranza. Il sindaco Giulivi non dispone più del supporto necessario per governare la città. Bisognerebbe avere la dignità di dimettersi e ridare la voce ai cittadini. La crisi amministrativa, che si protrae da mesi, sta paralizzando le attività istituzionali, penalizzando gravemente la città e i suoi cittadini, che meritano una gestione stabile e un governo capace di rispondere alle loro esigenze» si legge in una nota a firma del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e del gruppo Uniti per Cambiare.