Gio, 21 Nov, 2024

Processionaria: pericolo in agguato in primavera. Non solo per il cane, ma anche per l'uomo

Processionaria: pericolo in agguato in primavera. Non solo per il cane, ma anche per l'uomo

Per evitare  spiacevoli conseguenze conviene seguire tutti i consigli dell'esperto

Le processionarie sono Lepidotteri, ovvero farfalle. Farfalle notturne, non troppo appariscenti né colorate né leziose…ma comunque farfalle, che non fanno male a nessuno e non danno alcun fastidio. Almeno da adulte.

Come per tutti i lepidotteri, infatti,  il ciclo vitale delle processionarie si divide in quattro fasi: uovo, larva (o bruco), crisalide e infine farfalla, ovvero forma adulta. Allo stadio di larva (bruco), purtroppo le processionarie sono un pericolo per la salute umana e possono essere addirittura letali per il cane.
Sono carini e perfino simpatici, questi bruchi che camminano in processione (da cui il nome): per questo attirano l’attenzione dei bambini e stimolano la curiosità dei cani.

In Italia si trovano soprattutto la processionaria del pino (le cui larve si spostano  in fila indiana, una dietro l’altra) e quella della quercia, i cui bruchi invece si spostano sempre con un comportamento gregario, ma disposti a ventaglio: un capofila seguito da due bruchi, a loro volta seguiti da tre, quattro e così via, fino ad allargarsi a 10-15 individui. La processionaria è un parassita delle piante su cui vive che spesso distrugge completamente: ma per uomini e animali il problema non sono le mandibole, bensì i peli urticanti che ne ricoprono il corpo. Questi peli possono essere anche liberati nell’aria e portati in giro dal vento, quindi può capitare di esserne colpiti senza venire in diretto contatto con i bruchi.

La processionaria del pino (nome scientifico: Traumatocampa pityocampa) vive su tutte le specie di pino, sui cedri ornamentali e, seppure raramente, anche su altre conifere, quali l’abete rosso e la douglasia.

Durante l’estate le femmine adulte dell’insetto depongono sui rami più giovani le uova, dalle quali a fine stagione escono le larve neonate. Queste si nutrono mangiando gli aghi e si riuniscono tra loro costruendo sui rami nidi sempre più grandi.
All’inizio dell’inverno le larve formano il nido definitivo, all’interno del quale si proteggono dai freddi invernali.
Quando la temperatura ambientale diventa più mite, indicativamente tra marzo e aprile, le larve escono dai nidi, scendono in processione lungo il tronco degli alberi e raggiungono un luogo adatto del suolo dove interrarsi e formare la crisalide.
In questo stadio avviene la trasformazione da bruco a farfalla fino al sopraggiungere delle condizioni ambientali idonee allo sfarfallamento dei nuovi adulti, che si verifica all’inizio dell’estate. Ciascun individuo è lungo circa 4 – 5 cm, ha il capo di colore nero, mentre il corpo è grigio sui lati e rosso fulvo sul dorso.

La processionaria della quercia (nome scientifico Thaumetopoea processionea) vive sulle querce a foglia caduca (farnia, rovere, roverella e cerro).
In primavera, contemporaneamente alla ripresa vegetativa delle piante ospiti, dalle uova deposte durante l’estate precedente escono le larve, che divorano le foglie appena emesse e continuano la loro crescita, fino a diventare larve mature dal colore grigio bluastro.
È in questa fase che si riuniscono per costruire, sul tronco o sui rami principali degli alberi attaccati, i loro grandi nidi. Nei nidi i bruchi si trasformano in crisalide e poi in farfalle, che si liberano in volo durante l’estate.   

I rischi per il cane

I cani,  annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. I cuccioli spesso tentano direttamente di giocare coi bruchi o di “assaggiarli”.
I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi.
Il primo  è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco.
E’ facile intuire  la gravità di quanto è successo, perché  il fenomeno peggiora con  il passare dei minuti e la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico, a volte di dimensioni  tali da soffocare l’animale

I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua. Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.

Pericoli per la salute umana

I peli urticanti della processionaria, che come abbiamo visto si separano facilmente dal dorso del bruco, terminano con minuscoli  “ganci”  che si attaccano molto facilmente ai tessuti (pelle e mucose), provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina (sostanza rilasciata anche in reazioni allergiche).
Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale (orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza).
A seconda della zona del corpo interessata, diversi sono i sintomi. In caso di contatto con la pelle: apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli. In caso di contatto con gli occhi: rapido sviluppo di congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità. In caso di inalazione: i peli urticanti irritano le vie respiratorie. Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l’asma). In caso di ingestione: infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale.

 Chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati, problemi generalizzati, quali per esempio malessere o vomito, dovrà essere portato in un ospedale.

In caso di dermatite bisogna lavare ogni vestito, maneggiandolo con i guanti, e scegliere la temperatura più alta possibile per il lavaggio. Lavare la pelle abbondantemente con acqua e sapone. Eventualmente è possibile far uso di strisce adesive per staccare i peli urticanti dalla pelle, come per una ceretta. Spazzolare energicamente i capelli se necessario. Consultare un medico in caso di eruzione cutanea grave. In caso di congiuntivite gli occhi devono essere risciacquati abbondantemente per eliminare eventuali peli urticanti. Effettuare da un oculista un esame per verificare che non permangano residui di peli urticanti. I peli profondamente integrati nel tessuto oculare dovranno essere rimossi chirurgicamente. In caso di dispnea, la valutazione dei sintomi respiratori va effettuata da un medico. Questo dispone un trattamento appropriato ai sintomi. Il trattamento può includere antistaminici, corticosteroidi e aerosol.

Consigli generali per combattere gli effetti negativi della processionaria
Non grattare la parte irritata, per evitare una infezione batterica dai germi presenti sotto le unghie o sulle mani. Mettersi sotto una doccia calda (l’acqua elimina i resti urticanti depositati sulle braccia o su altre parti del corpo). Evitare l’ammoniaca. Il prurito permane per almeno 5 giorni, le vescicole per 2 settimane circa. Il dermatologo potrà consigliare creme a base di cortisone (da mettere 2 volte al giorno) per calmare il prurito. Se si produce anche una reazione allergica, si possono prendere farmaci antistaminici per bocca (sempre su diretto controllo del medico specialista), per 4-5 giorni.

Regole di comportamento generali:

  • non toccare a mani nude i nidi, le larve e la corteccia di alberi, arbusti o rami infestati;
  • non avvicinarsi alle piante che presentano nidi di Processionaria e alle larve in processione sul terreno o sui tronchi;
  • evitare di sostare sotto pini o altre conifere;
  • non effettuare lavori che possano diffondere nell’aria i peli urticanti, ad esempio rastrellamento delle foglie o sfalcio dell’erba;
  • nel caso si rendesse necessario asportare i nidi, proteggersi adeguatamente con tuta, guanti, occhiali e maschera. I nidi asportati devono essere raccolti e bruciati;
  • tenere i cani al guinzaglio e lontani dalle conifere;
  • in caso di contatto fare tempestivamente una doccia e lavare gli indumenti a temperatura elevata. Se il contatto è avvenuto con le mucose, sciacquare subito le parti contaminate con acqua e bicarbonato (anche nel caso di cani, cavalli o altri animali);
  • in caso di irritazione congiuntivale, di irritazione delle vie aeree o crisi asmatiche rivolgersi immediatamente al medico (o al veterinario).

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