C'era una volta un appartamento avvolto nell’ombra della criminalità organizzata che oggi risplende di luce nuova: Ieri pomeriggio, lunedì 28 aprile, in quello stesso luogo è stato inaugurato un nuovo Centro per le Famiglie . Un simbolo potente di riscatto sociale, confiscato alle mafie che, grazie alla sinergia tra il Comune, l’Unione dei Comuni NET e la cooperativa Animazione Valdocco, che oggi ha una nuova vita nel solco della legalità e solidarietà.
Questo nuovo presidio sociale, in via Basta 28, si affianca ad altri tre beni già restituiti alla collettività: la villa del boss trasformata in caserma dei vigili del fuoco volontari, una casa rifugio per donne vittime di violenza e un cohousing per persone con disabilità lieve. «In un solo mese – ha ricordato con orgoglio il sindaco Giovanni Panichelli – abbiamo restituito alla comunità due beni confiscati. Sono quattro in totale, e tutti rappresentano un esempio concreto di rinascita civile».
Il nuovo centro, realizzato nell'ambito del progetto AMETISTA (Attività di Metarete Educative e non di lotta contro le Tossicodipendenze e il disagio giovanile Integrate con il Sistema Territoriale e dell’Associazionismo), mira a potenziare il lavoro di rete tra enti, scuole, parrocchie, associazioni, Caritas e ASL, offrendo una risposta integrata alle sfide educative e sociali del territorio, con un'attenzione speciale al disagio giovanile e contro la dispersione scolastica.
L'appartamento è stato, ovviamente, ristrutturato e messo in sicurezza: ora è un luogo accogliente, animato da un educatore esperto con tante attività offerte gratuitamente o a costi calmierati. E non solo per gli adolescenti, ma per tutte le fasce d’età, con focus su benessere, prevenzione e sostegno alla genitorialità positiva.
«Oggi non inauguriamo solo un centro, ma un sogno diventato realtà - ha dichiarato l’assessora alle politiche sociali, Irene Berardo, con visibile emozione - Questa casa restituita alla collettività è il simbolo di un cammino spesso accidentato, ma guidato dalla caparbietà e dall’amore per la nostra comunità. Come la pietra ametista, vogliamo che questo luogo protegga, rafforzi e illumini chi ne ha bisogno».
Numerosi i ringraziamenti a chi ha creduto nel progetto, dal personale comunale ai volontari, dalla dirigente scolastica ai partner istituzionali e del terzo settore. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Francesca Mondini, Michele Penna, Tommaso Bullo, Chiara Capussotti, Stefano Maggio e Massimo Tapparo, protagonisti silenziosi e operosi di questa ennesima sfida vinta.
Nel segno della legalità, della cooperazione e della speranza, Volpiano scrive così una pagina nuova. Come ha ricordato Berardo, citando Alessandro D’Avenia: «L'amore vero è scegliere, non subire, è costruire, non consumare, è essere, non avere». E questa scelta, oggi, è tutta per la comunità.