C’è ancora diffidenza, nonostante nel mondo i mancini siano circa 800 milioni 13 agosto
Che cosa accomuna Michelangelo, Albert Einstein, Giulio Cesare, Napoleone, Aristotele e Raffaello? Sono uomini che hanno fatto la storia, siamo d’accordo, ma li unisce anche una caratteristica molto più semplice: erano mancini.
Uno studio recente, pubblicato sulle pagine di Psychological Bulletin, ha stimato che nel mondo i mancini potrebbero essere 800 milioni.
La Giornata Internazionale dei mancini è stata promossa nel 1992 dal club Lefthanders international, probabilmente perché la maggior parte degli oggetti che maneggiamo ogni giorno e degli strumenti da lavoro sono pensati per i destrimani, che sono la maggioranza, e questo può comportare qualche difficoltà per chi predilige l’altra mano.
Il termine mancino deriva dal latino mancus, che significa "mutilato", "minorato", "storpio", "senza una mano", ma pensate anche a modi di dire come “avere uno sguardo sinistro”, ovvero uno sguardo inquietante e minaccioso. Questo deriva dalla concezione negativa che, soprattutto in passato era legata al termine mancino; infatti, essere mancini non era considerata una semplice caratteristica, ma addirittura una malattia.
Per gli antichi la sinistra era considerata “la mano del diavolo”, quella sbagliata, impura. Diverse religioni si sono scagliate contro i mancini alla luce di questi pregiudizi; per esempio, nella Bibbia si dice che nel giorno del Giudizio Universale i giusti siederanno alla destra di Cristo, mentre gli empi – che andranno all’inferno - alla sua sinistra. Anche nel mondo arabo la mano sinistra era considerata impura; tanto che per afferrare il cibo si utilizzava la destra.
È mancino chi ha la tendenza a usare, in parte o del tutto, il lato sinistro del corpo per i gesti e i movimenti volontari; infatti, il mancinismo è dovuto a una prevalenza dell’uso dell’emisfero destro del cervello in alcune attività, per via di una corrispondenza incrociata tra la parte del corpo regolata e quella del cervello che la regola. Tuttavia, non è ancora chiaro in che modo si sviluppi una maggior predisposizione per l’uso della parte destra o sinistra del corpo. Secondo una ricerca dell’Università della Ruhr, in Germania, si manifesterebbe già durante la gestazione; pare che alla decima settimana il 90% dei feti muova più spesso il braccio destro e, invece, il 10% porti più spesso alla bocca il pollice sinistro. Si ipotizza che il feto “scelga” una parte preferita ancora prima che il cervello inizi a controllare il corpo, poiché dopo 10 settimane di gestazione il midollo spinale e il cervello non sono ancora collegati, ma gli studi non si fermano.
Gli approfondimenti sulle caratteristiche di chi è mancino sono stati molti nel tempo, tanto che, secondo l’Università di Toledo, i mancini sono più abili nelle attività artistiche e negli sport in cui si usa un solo arto, ad esempio il tennis, hanno anche una maggiore abilità oratoria. Anche se negli ultimi anni c’è stato un progresso nell’osservazione del mancinismo, far emergere nuovi elementi non è semplice per gli studiosi, probabilmente perché la maggior parte delle ricerche sul cervello si concentrano sui destrimani ed è noto che alcune strutture cerebrali sono organizzate diversamente rispetto a quelle dei mancini. Sono tante le credenze, più o meno veritiere e comprovate, su chi è mancino: meglio ascoltare il punto di vista di chi con questa caratteristica convive da anni, esattamente come con il colore dei propri occhi.
Dopo quasi 30 anni di mancinismo, c’è chi racconta che, fin dai tempi delle elementari, l’immancabile difficoltà nella scrittura «è la mano che scorre sulla parte scritta del foglio, correndo il rischio di provocare sbavature». Nonostante l’uso della destra non sia precluso ai mancini, e viceversa per chi usa la destra, c’è chi ammette: «nella vita quotidiana, per tanti piccoli gesti come lavare i denti o usare il pettine devo necessariamente usare la sinistra, perché con la destra avrei troppa difficoltà». Altri oggetti piuttosto scomodi per i mancini, forse perché pensati soprattutto per chi usa di più la destra, sono per esempio le maniglie delle porte o i bicchieri graduati per misurare i liquidi, che hanno l’impugnatura pensata per i destrimani, oppure la penna con cui firmare i documenti digitali. Ci sono anche i casi curiosi di oggetti pensati per mancini, che però proprio non si riescono a usare: «non ho mai imparato a usare le forbici per i mancini, ma ho sempre usato quelle per destrimani e mi sono adattata senza problemi a usare il mouse del computer con la destra».
Ma i pregiudizi sui mancini sono davvero storia passata?
Non del tutto, anche se sembrerebbe di sì da diversi anni. Purtroppo c’è chi ha frequentato le scuole elementari appena vent’anni fa e racconta di comportamenti diseducativi di insegnanti che «mi spostavano la penna nella mano destra, perché dicevano che la sinistra era quella del diavolo. Io scrivevo qualche lettera e qualche numero, ma non appena la maestra si girava tornavo a scrivere con la sinistra».
Oggi, nel 2023, capita ancora di sentirsi dire «per carità, sei mancina!» oppure di incontrare sguardi perplessi, se non diffidenti, se si porge la sinistra al momento di presentarsi stringendosi la mano.
Forse, allora, questa giornata serve ancora, per continuare a combattere i pregiudizi immotivati e atavici, anche se sembra impossibile che ancora persistano.