Mar, 22 Ott, 2024

Mia o di nessun altro: ennesima donna uccisa. Tragico epilogo di violenza domestica a Torino

Mia o di nessun altro: ennesima donna uccisa. Tragico epilogo di violenza domestica a Torino

Questa volta è stato il turno una giovane donna ferita gravemente e poi successivamente deceduta, al termine di un litigio in via Cigna a Torino. Questo è l'ennesimo, triste caso di femminicidio, ovvero l'uccisione di una donna per limitarne dignità e libertà di scelta da parte di un uomo a lei molto vicino, in genere il partner o ex partner.

I casi di femminicidio sono sempre più in crescita e le donne più colpite sarebbero quelle comprese tra i 25 e i 54 anni , la cui uccisione è spesso il tragico epilogo di violenza domestica subita, denunciata e non.

Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità la violenza domestica, in costante crescita, è perpetrata dal partner che umilia, svaluta, minaccia al fine di ribadire il proprio potere all'interno della coppia. L'intento dell'aggressore non è provocare dolore, ma ripiegare la donna alla sua volontà e ingessarla in uno stato di paura così forte così da non essere lasciati.

Sappiamo molto di queste donne: coraggiose perchè denunciano, fragili perchè subiscono, alcune ne escono vive ma con il volto sfreggiato. Giovani madri, donne con mille progetti e tanta voglia di amare e di non rinunciare al loro sogno d'amore, spesso con l'illusione di poter cambiare questi uomini così feroci e violenti.

Ma chi sono invece questi uomini?

Uomini che hanno il terrore dell'abbandono, di vivere senza quella donna di cui non riconosco diritti e libertà; uomini che non possono accettare di essere preferiti ad altri o spaventati dalla parità di ruolo tra uomo e donna. Bambini che non hanno avuto l'esperienza di una mamma amorevole e accesibile e che adesso pretendono una donna che soddisfi sempre ed ogni costo i loro bisogni, di qualunque natura. Figli di padri che hanno perpetrato violenza alle loro madri e che non hanno fatto esperienza di una modalità funzionale di relazione. Uomini vittime di se stessi, incastrati in un circolo vizioso secondo cui si esce dal proprio dolore solo infliggendolo agli altri; piccole vittime che si trasformano in spietati carneifici per cui “o se mia o di nessun altro”.

Come si può arginare questo fenomeno?

Ricordandoci di essere uomini e donne e che riconoscere le differenze di genere è fondamentale per riconoscere le pari opportunità.  Uomini e donne che amano, lasciano, sono lasciati e soffrono, ma uomini che rispettano chi dà loro la vita e donne che hanno lottato per generazioni affinchè le fossero riconosciuti i propri diritti!

Voi cosa ne pensate? Inviatemi le vostre riflessioni a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Schedina serena marino

 

 

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