Ven, 22 Nov, 2024

Quando la natura è inquietante...dracunculus vulgaris, quel fiore dalla forma strana e dall' odore forte e cattivo

Quando la natura è inquietante...dracunculus vulgaris, quel fiore dalla forma strana e dall' odore forte e cattivo

È una robusta pianta geofita, con radici tuberiformi, che può crescere fino ad 1,5 metri

Sono 391mila, più o meno, le specie di piante attualmente note alla scienza.

Impossibile conoscerle anche solo in piccola parte, per gli appassionati c'è la ricerca, l'osservazione, il confronto consapevoli che per quanto si impegneranno verranno in contatto solo di una piccola parte. Ci sono delle piante che si insediano nei nostri spazi, a nostra insaputa, non sappiamo la loro provenienza, a volte sono fastidiose a volte sono curiose e insolite, in questo caso le custodiamo e le teniamo sotto osservazione.

Il Dracunculus vulgaris è una di queste, l'ho trovata in un angolo del mio giardino, un po' in disparte, alcuni anni fa. Il nome deriva dal latino dracontium, serpente o piccolo drago, e vulgaris che significa comune. Per un po' ha sviluppato solo steli abbastanza robusti altri 50 cm. Ad un certo punto con nostra sorpresa abbiamo trovato un fiore, o meglio una infiorescenza, quest'anno per la prima volta erano due. È una robusta pianta  geofita, con radici tuberiformi, che può crescere fino ad 1,5 metri. Germoglia da un bulbo sotterraneo; tra aprile e maggio genera un'infiorescenza pesante e di grandi dimensioni composta da una  spata, di colore violaceo all'interno e verde all'esterno, che può raggiungere l'ampiezza di 50 cm, contenente i fiori veri e propri, sia quelli maschili, sia quelli femminili.

La pianta, specie nelle parti fresche, è tossica per l'uomo
 L'infiorescenza può emettere una notevole quantità di calore e un odore di carne putrefatta molto forte, utile per attrarre più insetti che una volta penetrati alla base della spata, rimangono bloccati da due corone di  petali  rivolte verso il basso e si riempiono di polline durante i tentativi di uscire. Al termine della fioritura si formano i frutti, che sono delle piccole  bacche  di colore rossastro.

Sono diffusi molti nomi comuni per questa pianta, sempre della stessa matrice di "dragontea" ("dracuncolo"; "dragonea"; "dragonzio"; "draguna"; "dragunaea"), così come altre variazioni sul tema"erba serpentaria", "erba biscia";  "erba serpona", "lingua di serpe", "serpentaria" e via dicendo, questo perchè in passato si pensava avesse delle proprietà repellenti verso i rettili. Non è così. Si tratta di una specie ampiamente diffusa, nativa nei  Balcani, in  Turchia  sudoccidentale e in varie isole del  Mar Egeo,   è stata inoltre introdotta in  Francia, Italia, isole britanniche, Algeria nordorientale, Nuova Zelanda e Stati Uniti d'America, dove  si è adattata.

In Italia, nello specifico, è presente in quasi tutte le regioni, in alcuni casi come avventizia, ma è più comune in quelle mediterranee. Nonostante sia stata inserita fra le specie vulnerabili in alcune regioni (come in  Toscana ), globalmente la situazione di questa specie non desta particolari preoccupazioni riguardo alla sua conservazione; l'unico pericolo immediato è la raccolta di esemplari selvatici a scopi commerciali, ma il mercato di questa pianta è ancora piuttosto ridotto, e lo sarà sempre, secondo il mio modesto parere...


 

LaBaita aprile 2021


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