Ven, 27 Set, 2024

Stop alle puzze: grazie alle "sentinelle" e ai rilievi dell'Arpa, Imper dovrà ripresentare la richiesta di autorizzazione

Dopo  anni di proteste, 54 comunicazioni ufficiali e tre tavoli di confronto, il Comune di Mappano porta a casa il primo significativo risultato nei confronti della Imper, l'azienda di via Rita Atria che produce materiali e sistemi impermeabilizzanti.

Per la prima volta da quasi 30 anni a questa parte c'è stato infatti, il sostanziale riconoscimento, del disagio creato a causa delle emissioni odorifere in atmosfera. Disagio patito dai mappanesi che vivono a ridosso dello stambilimento in un'area densamente popolata. Non era mai successo prima.

Secondo punto a favore di Mappano, ma soprattutto dei mappanesi è l'accettazione dell'azienda di procedere all'ammodernamento degli impianti e alla revisione dell'autorizzazione unica ambientale rilasciata da Città metropolitana nel 2006 e rinnovata nel 2017. Un atto di buona volontà dal momento che quel tipo di autorizzazione ha una validità di 25 anni e Imper avrebbe potuto tranquillamente continuare ad usufruirne senza metter mano a nulla.

Arrivare, però, a questo risultato non è certo stato agevole per il Comune. Anzi.

Il percorso verso la soluzione del problema "puzze" è iniziato nel 2020, quando l'Amministrazione facendo seguito all'approvazione delle "linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" della Regione Piemonte, in collaborazione con Città metropolitana, Arpa Piemonte e Asl TO4 ha creato nel 2020 le "sentinelle odorigene" un gruppo di volontari che in questi anni hanno monitorato la situazione, fornendo al Comune giorni e ore in cui nella zona si sprigionava l'odore che insieme alle rilevazioni di Arpa hanno condotto al risultato sperato. Imper ora avrà 120 giorni ( che potranno essere prorogati vista la complessità) per presentare il progetto di ammodernamento e la nuova richiesta di autorizzazione unica ambientale.

Sergio CretierSergio Cretier

«Dal 2006 e poi dal 2027 sono cambiati i criteri, le tecnologie e i prodotti utilizzati come materie prime  dall'azienda - spiega il consigliere delegato all'Ambiente Sergio Cretier - è quindi giusto e doveroso che anche l'azienda faccia l'ammodernamento per arrivare alla soluzione del problema e di conseguenza alla pacifica convivenza con i residenti della zona che hanno già patito fin troppi disagi causati dalle loro emissioni».

Ammodernamento che non significa semplicemente la sostituzione di un filtro, ma la revisione degli impianti e dei camini e la creazione di punti di monitoraggio dell'aria non solo per le emissioni esterne, ma anche negli ambienti di lavoro.

«Questo è il positivo inizio di un percorso - prosegue - che grazie al lavoro delle "sentinelle" e alle rilevazioni dell'Arpa ha portato l'azienda, finalmente, a riconoscere il problema e a rendersi disponibile alla ripresentazione della richiesta di autorizzazione. Dalla fine di maggio alla conclusione del 2024 l'iter dovrebbe concludersi e il problema arrivare, dopo anni, a soluzione».

Sarà un doppio vantaggio: per i cittadini che vedranno sensibilmente migliorare la loro qualità di vita e per l'azienda che potrà lavorare più serenamente.

«Mai abbiamo pensato di far chiudere la Imper - conclude Cretier - azienda che dà lavoro e crea reddito. Vogliamo solo che rispetti le regole e la salute dei mappanesi. L'ideale sarebbe la ricollocazione dell'azienda in un'area non a ridosso delle case, ma ci accontentiamo di quanto abbiamo finora ottenuto».

Va comunque sottolineata la follia degli amministratori degli anni '70, '80 quando - Mappano allora era frazione divisa fra quattro Comuni, ciascuno con un proprio Prgc - non si curarono della presenza delle aziende, anche produttrici di prodotti nocivi, come la Imper appunto, rilasciando il permesso a costruire case in quelle aree. L'Amministrazione mappanese, al contrario, nel suo primo piano regolatore, ha posto molta attenzione non solo a consumo di suolo zero, ma ha anche deciso che quella è una zona ad esaurimento.

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