Dom, 13 Ott, 2024

"Carta di Venaria", accordo storico per il Ministro Pichetto Fratin. Nessun passo avanti per i movimenti ambientalisti

"Carta di Venaria", accordo storico per il Ministro Pichetto Fratin. Nessun passo avanti per i movimenti ambientalisti

Uscita dal carbone al più tardi nel 2035. Accelerazione per moltiplicare le rinnovabili. Nascita di una coalizione G7 per l’acqua, per affrontare congiuntamente crisi della risorsa idrica. Lavoro per la cooperazione internazionale sull'energia da fusione.

Sono i punti principali  della "Carta di Venaria", siglata la scorsa settimana durante il G7, dai ministri per l'Ambiente di Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito, riuniti nella Galleria Grande della Reggia di Venaria, mentre in città e soprattutto a Torino erano in corso manifestazioni di protesta con centinaia di persone in strada, soprattutto giovani, dei numerosi movimenti ambientalisti che hanno messo a dura prova il lavoro delle forze dell'ordine impegnate a mantenere blindata la "zona rossa" e garantire la sicurezza. 

«La Carta di Venaria credo che sia un passo importante da parte del G7 e di un gruppo di Paesi che vuole fare da traino e da stimolo, da indirizzo, per gli altri Paesi che possono farlo perché hanno le condizioni per farlo e non solo per quelli che sono parte del gruppo dei 7 - ha spiegato il ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin  -. Volevamo fosse il G7 della concretezza e così è stato. La Carta di Venaria sarà il punto di riferimento per gli impegni futuri in tema di Ambiente, Clima ed Energia. Con coraggio abbiamo raggiunto impegni necessari e ambiziosi. Il G7 Clima, Energia ed Ambiente di Torino ha dato un preciso seguito agli obiettivi concordati alla COP 28, e un messaggio chiaro agli altri Paesi, in particolare alle maggiori economie, sul livello di impegno che serve per rispondere adeguatamente alla sfida del cambiamento climatico, in modo ambizioso ed efficace. La “Carta di Venaria” nel ribadire gli impegni già assunti nelle precedenti sessioni del G7, ne avvia la concreta e significativa attuazione».

Pichetto Fratin ha poi voluto anche rivolgere un ringraziamento alla forze dell'ordine «senza il loro prezioso contributo il successo del G7 di Venaria Reale, non sarebbe stato completo. Grazie alle donne e agli uomini in divisa che hanno lavorato instancabilmente, rendendo possibile un evento senza precedenti per la città di Torino, che ha ospitato 32 delegazioni internazionali».

Quali sono gli impegni concreti contenuti nelle 35 pagine de "La Carta di Venaria"?
- Azzeraramento delle centrali a carbone entro la prima metà del prossimo decennio, ovvero entro e non più tardi del 2035 con l’obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro il grado e mezzo, limitandone nel frattempo l’uso al minimo necessario.

- Portare avanti l’impegno assunto alla COP 28, di Dubai sulle fonti rinnovabili: triplicare la capacità di produzione e sestuplicare la capacità degli accumuli di energia al 2030, portandola fino a 1.5 TW, a livello globale.

- Istituzione, sul fronte del nucleare, di un gruppo di lavoro sull'Energia da Fusione per condividere le migliori pratiche ed esplorare le aree di cooperazione per accelerare lo sviluppo e la creazione di impianti a fusione, incoraggiando l'aumento degli investimenti privati e pubblici.

Riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili

- Decarbonizzazione degli impianti industriali e hard-to abate ricorrendo alle tecnologie innovative tra cui CCS, l’idrogeno rinnovabile a basse emissioni e biometano;

- Promozione della sicurezza di approvvigionamento delle materie prime critiche 

- “G7 Adaptation Accelerator Hub” per trasformare le priorità dei piani di adattamento dei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili in piani d'investimento capaci di attrarre finanziamenti pubblici e privati.

Secondo i movimenti ambientalisti, tuttavia, nonostante i proclami entusiastici del ministro, la "Carta" non fa nient'altro che reiterare temi e impegni già presi in precedenza. Non fa passi indietro, ma neppure in avanti, soprattutto in vista della COP 29 prevista a Baku in Azerbaigian dall'11 al 22 novembre. Paese, l'Azerbaigian, che basa la sua economia proprio sui combustibili fossili e non farà altro che cercare di rallentare il processo verso la "decarbonizzazione".

 



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