Tra i tanti fattori di rischio un ruolo ce l'hanno anche il fumo e l'obesità
Un importante studio osservazionale condotto su oltre 12.000 soggetti e pubblicato sulla rivista “European Heart Journal” ha dimostrato che l’insufficienza venosa cronica è correlata ad un maggior rischio di malattie cardiovascolari non solo di tipo venoso, come ad esempio la trombosi venosa profonda, ma anche di tipo arterioso ischemico (articolo: Chronic venous insufficiency, cardiovascular disease, and mortality: a population study).
Le gambe gonfie possono essere una conseguenza di una insufficienza venosa cronica cioè una condizione caratterizzata da un compromesso ritorno venoso (ipertensione venosa) per un’alterazione strutturale o funzionale delle pareti venose, una incontinenza valvolare o un’ostruzione venosa.
Vengono colpite più frequentemente le donne rispetto agli uomini con un impatto significativo sulla qualità di vita e sul sistema sanitario.
I sintomi sono rappresentati dal dolore e pesantezza alle gambe, malessere e bruciore; i segni sono costituiti da teleangectasie/vene reticolari, vene varicose, edema, pigmentazione cutanea e/o eczema, lipodermatosclerosi o atrofia bianca ed ulcere venose.
Tra i fattori di rischio principali vi sono l’età avanzata, la familiarità per malattia venosa, l’obesità, il fumo (ebbene sì, anche qui), la prolungata posizione da seduto o stare tante ore in piedi, pregresse TEV, la gravidanza, i traumi alle estremità inferiori e la chirurgia.
Uno stile di vita sano permette di ridurre il rischio di andare incontro all’indifferenza venosa e di ridurre il rischio cardiovascolare.