Una relazione è parte del bisogno di autorealizzazione da cui è mosso ogni essere umano, ma non a tutti i costi
La voglia di amare e il bisogno di condivisione sono insisti in ogni essere umano. Siamo figli dell'amore e allevati dall'amore: se si pensa che il picco massimo dello sviluppo cerebrale si aggira tra i 12 e 18 mesi di vita attraverso l'interazione con un caregiver disponibile e accogliente, non esageriamo nel pensare all'amore come precursore della vita e motore della crescita.
Sono figlia di una generazione, quella degli anni 90, cresciuta con Cenerentola e Biancaneve, di un mondo in cui un bacio romantico e un principe azzurro possono cambiare la tua vita e renderla felice; un mondo che ti invogliava a sognare e ad amare. Tante bambine si sono identificate e hanno riposto in questi personaggi aspettative e speranze in grado di allontanarle da una realtà in cui, forse, non c'era abbastanza amore o, ancora peggio, non c'era un amore sano.
Tante bambine sono così cresciute da una parte non volendo essere come la loro mamma, ma desiderose di essere donne forti, integre; dall'altra parte è proprio con una relazione sana che sentono di riscattare tutto il male che hanno visto e subìto.
Siamo anche figlie di una generazione vissuta nel boom economico, periodo in cui vi era molto entusiasmo verso il futuro, in cui si aveva voglia di investire e progettare. Non so quanto questo desiderio fosse davvero autentico, ma in quel periodo era lecito sognare, era lecito pensare che se uscivi con un ragazzo e scattava un bacio ci s sarebbe rivisti e che, probabilmente, quello\a sarebbe potuto\a essere il tuo uomo.
Oggi siamo figli della guerra, della pandemia e dei rincari e questo aspetto di morte e precarietà inevitalbimente si ripercuote nelle nostre relazioni.
”Come è possibile che non hai nessuno? Eppure sei molto carina! Cosa aspetti a sistemarti? Sei tu che li fai scappare per colpa del tuo carattere! E vabbè, arriverà quando meno te lo aspetti...”
Quante di voi di sono riconosciute in queste parole?
Arrivi poi davvero a 30, 40 anni, le tue amiche si sposano e hanno figli e tu sempre più sola. Ti chiedi perchè le tue relazioni finiscono sempre o perché le conoscenze non sfociano mai in relazioni. Ti senti diversa, ti senti che ti manca una parte di te, quella che vorrebbe dare e ricevere amore. Hai anche però imparato a stare da sola perchè, a tue spese, sai che l'amore per sè, per la propria integrità è fondamentale in un rapporto. Sai che hai bisogno di un uomo che sia tuo complice, che ti ami per ciò che sei ma poi ti arrabbi perchè, ogni volta “sei una donna fantastica ma non posso darti ciò che meriti”.
Cara lettrice, piccola sognatrice e grande guerriera, tu che sai troncare e preferire la solitudine al posto di rapporti sterili che procedono senza amore e passione, accogli questa rabbia. Donna sensibile, disposta ad accogliere e mediare, piccola romantica che ti basta pensare che quando si vuole stare davvero insieme non c'è differenza caratteriale che tenga. Tu che hai investito nello studio e nella tua realizzazione professionale perchè sai che la tua vita non dipende da un uomo, ma che un uomo potrebbe solo essere qualcosa che si aggiunge per arricchirti, non sentirti in colpa per desiderare una relazione: una relazione è parte del bisogno di autorealizzazione da cui è mosso ogni essere umano.
È dura essere una donna negli anni 2000, è dura essere una grande donna. Una grande donna ha però bisogno di un grande uomo, di un uomo pronto e predisposto quanto lei; un uomo che non ha paura di una donna realizzata e decisa, quanto lui o, forse, anche più di lui. Non sentirti in colpa per essere “troppo”, anche se quel troppo spesso ti sembra la tua condanna. Non conosco la tua storia, ma sei davvero coraggiosa a stare da sola.
Se vuoi condividere la tua storia, se hai delle domande sono sempre disponibile alio numero 3277651096.